L’approvazione in Senato del disegno di legge sulle piccole e medie imprese (Ddl Pmi), promossa dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, segna un passaggio cruciale per la competitività del sistema produttivo nazionale. È questa la valutazione del presidente di Confapi, Cristian Camisa, che esprime grande soddisfazione per il risultato raggiunto e auspica una rapida approvazione anche alla Camera dei Deputati.
“È una buona notizia – ha dichiarato Camisa –. Speriamo che l’ok definitivo arrivi presto, così da rendere operative misure strategiche che mettono finalmente al centro del sistema Paese le industrie che dal Dopoguerra rappresentano il cuore pulsante dell’economia italiana.”
Aggregazione, innovazione e credito: le leve della crescita
Per il numero uno di Confapi, il Ddl Pmi rappresenta un cambio di paradigma nella politica industriale italiana, perché riconosce e valorizza il ruolo delle micro, piccole e medie imprese, che costituiscono oltre il 90% del tessuto produttivo del Paese e garantiscono milioni di posti di lavoro.
Camisa sottolinea la necessità di rafforzare le Pmi con strumenti concreti, favorendo processi di aggregazione industriale, promuovendo l’innovazione tecnologica e ampliando l’accesso al credito. Questi elementi, sostiene, sono indispensabili per rendere più solide e competitive le imprese italiane, spesso frammentate e sottocapitalizzate.
“In questo modo – spiega Camisa – sarà possibile semplificare e supportare l’attività delle Pmi industriali, muovendosi su due direttrici decisive: la promozione delle aggregazioni e il ricambio generazionale, attraverso una visione strategica di lungo periodo.”
Le sfide della triplice transizione
Il presidente di Confapi richiama anche le tre grandi sfide che il sistema produttivo italiano si trova oggi ad affrontare: la transizione ecologica, quella digitale e la transizione geopolitica, intesa come adattamento a un contesto internazionale sempre più complesso e competitivo.
Secondo Camisa, queste trasformazioni richiedono investimenti mirati, competenze adeguate e una gestione efficiente delle risorse pubbliche. È necessario che le politiche industriali accompagnino le imprese in questa fase di profonda evoluzione, sostenendole nel percorso verso la sostenibilità, la digitalizzazione dei processi e l’apertura ai mercati globali.
“Bisogna continuare su questa strada, indirizzando al meglio le risorse pubbliche per affrontare e superare le sfide della triplice transizione – conclude Camisa –. Solo così il Paese potrà rafforzare la propria autonomia industriale e mantenere un ruolo competitivo nello scenario internazionale.”
Una cornice stabile per la politica industriale
Il Ddl Pmi, approvato in prima lettura dal Senato e ora atteso alla Camera, punta a creare una cornice normativa moderna e stabile capace di valorizzare le imprese italiane in un contesto globale in rapido cambiamento.
La legge intende favorire la crescita dimensionale delle aziende, semplificare l’accesso ai mercati internazionali, promuovere la digitalizzazione e la sostenibilità, oltre a sostenere il passaggio generazionale, una delle sfide più urgenti del settore manifatturiero.
Con la sua approvazione definitiva, il governo punta a dare un segnale di fiducia e stabilità al mondo produttivo, restituendo centralità a quel tessuto di imprese familiari e industriali che da decenni rappresenta l’identità economica del Paese.
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