Nel secondo trimestre del 2025 l’economia delle famiglie italiane mostra segnali contrastanti. Secondo i dati diffusi dall’Istat, il potere d’acquisto continua a crescere, ma a un ritmo sempre più contenuto, mentre la propensione al risparmio segna un incremento costante, a testimonianza di una cautela crescente nei comportamenti di spesa.
Il reddito disponibile delle famiglie è salito dello 0,8% rispetto al trimestre precedente, un dato che si riflette solo parzialmente nei consumi finali, aumentati dello 0,5%. Questa differenza si traduce in un ulteriore consolidamento della quota di risparmio: la propensione al risparmio si attesta al 9,5%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto ai primi tre mesi dell’anno.
L’Istat sottolinea che dal primo trimestre del 2023 è in corso una dinamica positiva del potere d’acquisto, ma nel periodo aprile-giugno 2025 la crescita si è limitata a +0,3%, un valore più basso rispetto agli incrementi precedenti. A pesare è stato l’aumento dei prezzi, pari al +0,5% secondo il deflatore implicito dei consumi finali, che ha di fatto eroso in parte i guadagni nominali del reddito.
Il quadro che emerge è quello di famiglie più prudenti, che da un lato vedono migliorare, seppur lentamente, il loro potere economico, ma dall’altro preferiscono destinare una parte maggiore delle risorse al risparmio piuttosto che ai consumi. Una tendenza che, se da un lato può rafforzare la solidità patrimoniale delle famiglie, dall’altro rischia di rallentare la spinta alla crescita interna, in un contesto in cui la domanda interna resta uno dei motori più importanti per l’economia italiana.
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