Giornata di confronto istituzionale per Confapi, che è intervenuta in audizione congiunta davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla Legge di Bilancio 2026. A rappresentare la Confederazione è stato il Vicepresidente Francesco Napoli, che ha espresso un giudizio complessivamente positivo, ma ha richiamato il Governo alla necessità di un approccio più concreto e vicino alle esigenze delle piccole e medie imprese.
“Accogliamo con favore diverse disposizioni che vanno nella giusta direzione per sostenere il tessuto produttivo”, ha dichiarato Napoli nel corso del suo intervento, ricordando in particolare “la proroga e il rifinanziamento della Nuova Sabatini, strumento utile per il rinnovamento tecnologico delle Pmi”.
Tra gli aspetti più apprezzati, anche il rifinanziamento e l’estensione del credito d’imposta per gli investimenti nelle aree Zes e Zls fino al 2028, misura che “garantisce stabilità e consente alle imprese di pianificare con più certezza i propri investimenti nelle aree a maggiore svantaggio competitivo”.
Il vicepresidente ha inoltre espresso parere favorevole sulla riduzione della pressione fiscale sui redditi da lavoro dipendente e ha valutato positivamente la nascita del nuovo Fondo per la promozione della presenza economica, culturale e scientifica dell’Italia all’estero, insieme al rafforzamento degli strumenti finanziari per l’internazionalizzazione, come Simest. Tuttavia, ha sottolineato che “per contrastare gli effetti dei dazi statunitensi serve un pacchetto straordinario di misure”, proponendo “un credito d’imposta fino al 30% per le spese di internazionalizzazione e riconversione produttiva, insieme a fondi compensativi o contributi a fondo perduto per le imprese più colpite”.
Sul fronte delle criticità, Napoli ha espresso “forti perplessità sull’efficacia concreta dell’iper ammortamento reintrodotto per le Pmi industriali”. A suo avviso, l’esperienza ha dimostrato che “questi strumenti producono benefici solo nel tempo e solo se l’impresa è in utile”, mentre “il credito d’imposta garantisce una fruizione diretta e immediata, anche in assenza di utili, risultando quindi più efficace e inclusivo”.
Per questo, Confapi chiede “il ripristino di un sistema basato sul credito d’imposta, semplificato e strutturale”, che rappresenti una risposta più coerente con la realtà delle piccole e medie imprese e che permetta di sostenere davvero la transizione tecnologica, digitale ed energetica del Paese.
Napoli ha poi affrontato il tema della Pace fiscale Quinques, auspicando “un allineamento alle misure passate, includendo anche i debiti conclusi entro il 31 dicembre 2023, per una questione di equità e coerenza”.
Valutazione negativa, invece, per la tassazione dei dividendi e per il divieto di compensazione in F24 dei crediti fiscali con i contributi previdenziali e assicurativi (INPS e INAIL), che secondo Confapi “rischiano di compromettere la liquidità immediata delle imprese e di rallentare la capacità di investimento del sistema produttivo”.
Un’ulteriore criticità riguarda l’assenza nella manovra di un intervento strutturale sul fronte energetico, tema considerato “fondamentale per la competitività delle nostre imprese”, e la mancata proroga del Fondo Centrale di Garanzia per le Pmi, la cui operatività scade il 31 dicembre 2025.
Nel corso dell’audizione, Confapi ha infine presentato una proposta innovativa per il capitale umano: il “Patto per i Talenti STEM”, ideato per contrastare la fuga dei cervelli e favorire l’inserimento di giovani altamente qualificati. “Proponiamo un patto tra imprese, associazioni e Governo per valorizzare i neolaureati in discipline scientifiche e tecnologiche, offrendo loro ruoli con responsabilità e percorsi di crescita”, ha spiegato Napoli. “Lo Stato, dal canto suo, potrebbe compensare la componente contributiva per i primi cinque anni, riconoscendo la relativa quota direttamente in busta paga e garantendo i contributi figurativi al lavoratore”.
In chiusura, Napoli ha ribadito che la Legge di Bilancio 2026 “è un passo avanti importante, ma serve un approccio più pragmatico, centrato sulla liquidità e sulla rapidità degli incentivi”. Solo così, ha concluso, “potremo rafforzare la competitività delle Pmi italiane e sostenere in modo concreto la transizione tecnologica ed energetica del Paese”.
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