Confapi - Cristian Camisa

La chiusura anticipata del piano Transizione 5.0, disposta dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, sta generando grande preoccupazione nel mondo produttivo. Tra le voci più critiche quella di Confapi, la Confederazione italiana della piccola e media industria privata, che attraverso il suo presidente Cristian Camisa ha espresso un giudizio netto: “La chiusura anticipata del piano Transizione 5.0 è un danno enorme per le nostre imprese. Confapi è stata l’unica associazione che ha sostenuto sempre questa misura mentre altri ne contestavano l’efficacia. Ora va trovata una soluzione per ridare fiducia. Senza fiducia qualsiasi misura futura non produrrà gli effetti sperati”.

Camisa sottolinea come il danno non riguardi soltanto la pianificazione degli investimenti ma anche la fiducia nel mercato e nelle istituzioni, elementi essenziali per mantenere la competitività industriale del Paese. “Non possiamo andare avanti così – ha aggiunto –. È fondamentale mettere subito in sicurezza tutte quelle imprese che avevano già avviato investimenti in innovazione e versato acconti confidando nel credito d’imposta 5.0 e che ora si trovano in grande difficoltà. In secondo luogo, vanno trovate nuove risorse per rifinanziare questo strumento fondamentale”.

Confapi ribadisce di essere stata, fin dall’inizio, una delle poche organizzazioni di rappresentanza ad aver creduto nel progetto Transizione 5.0, difendendolo anche quando da più parti veniva messo in discussione. Oggi, la Confederazione chiede al Governo di riaprire un confronto immediato per individuare soluzioni che salvaguardino gli investimenti già avviati e garantiscano continuità alla politica industriale italiana.

“Abbiamo sempre difeso questa misura perché crediamo nella trasformazione digitale e sostenibile delle nostre imprese – ha concluso Camisa –. Ora ci batteremo per trovare con il Governo una soluzione che tuteli davvero l’industria italiana”.


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