Accise Diesel e benzina - gasolio

Tempi difficili per il gasolio, che torna protagonista in negativo sui mercati energetici europei. La quotazione internazionale del diesel è salita per il sesto giorno consecutivo, raggiungendo il livello più alto dal 18 luglio scorso. A spingere verso l’alto i prezzi sono le preoccupazioni per una carenza di prodotto russo sui mercati globali, un fattore che ha un impatto immediato sui listini consigliati delle compagnie petrolifere e che prelude a ulteriori rincari: dal 1° gennaio 2026 scatterà infatti l’aumento dell’accisa, previsto dalla manovra economica.

Secondo quanto riportato da Staffetta Quotidiana, Eni ha aumentato di un centesimo al litro i prezzi consigliati della benzina e di due centesimi quelli del gasolio, mentre IP ha ritoccato entrambi i prodotti di un centesimo. Anche Tamoil si è allineata, applicando un aumento di due centesimi sul diesel. Si tratta di un movimento coerente con la tendenza internazionale e conferma il ritorno di pressioni inflazionistiche nel comparto carburanti, in un contesto già segnato dall’instabilità geopolitica e dall’aumento dei costi energetici.

Le rilevazioni dell’Osservatorio prezzi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, elaborate da Staffetta Quotidiana su circa 18mila impianti, mostrano che la benzina self service si attesta a 1,692 euro al litro, con valori leggermente più alti nelle stazioni delle compagnie rispetto alle cosiddette “pompe bianche”. Il gasolio self service è a 1,621 euro al litro, mentre la benzina servita costa in media 1,832 euro e il diesel servito circa 1,761 euro al litro. Restano sostanzialmente invariati i prezzi dei carburanti alternativi, con Gpl a 0,690 euro al litro, metano a 1,409 euro al chilo e Gnl a 1,230 euro al chilo.

La situazione è ancora più pesante sulla rete autostradale, dove i margini commerciali sono maggiori: la benzina self service ha raggiunto 1,793 euro al litro, mentre il gasolio self è salito a 1,733 euro al litro. Nei distributori serviti, entrambi i carburanti superano ormai i due euro al litro, segnalando un livello di prezzi che non si vedeva da diversi mesi.

Il rialzo del gasolio non è solo una questione stagionale. La riduzione dell’export russo e le politiche restrittive sui prodotti raffinati stanno comprimendo l’offerta europea, aumentando il premio del diesel rispetto alla benzina. A questo si aggiunge un incremento dei costi di raffinazione e la minore capacità produttiva di alcuni hub strategici, come quello di Rotterdam. Gli analisti stimano che questa fase di tensione potrebbe protrarsi almeno fino alla fine dell’anno, in attesa di un riequilibrio dell’offerta o di un rallentamento della domanda industriale. Nel frattempo, i consumatori e le imprese continuano a pagare il prezzo della scarsità, in un contesto in cui i sussidi energetici introdotti durante la crisi del 2022-2023 sono ormai esauriti.

A complicare ulteriormente lo scenario contribuirà la reintroduzione parziale delle accise sui carburanti, sospese durante l’emergenza energetica. Dal 1° gennaio 2026 è previsto un aumento di circa 2,5 centesimi al litro sia per benzina che per gasolio. Se le quotazioni internazionali non dovessero correggersi, i prezzi alla pompa potrebbero così tornare ai massimi dell’ultimo anno, aprendo la strada a un inverno di rincari diffusi.

Il rialzo del diesel rappresenta un problema particolarmente grave per il settore dei trasporti e della logistica, che dipende in larga misura da questo carburante. Gli operatori del comparto temono un effetto domino sui costi dei beni di consumo, con il rischio di alimentare nuove spinte inflazionistiche. In attesa di un calmieramento dei mercati, famiglie e imprese si preparano a un autunno costoso e a un 2026 ancora più pesante sul fronte energetico.


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