Roma, 16 aprile 2025 – A marzo l’inflazione torna a salire, confermandosi al +1,9% su base annua, in aumento rispetto al +1,6% di febbraio. Lo comunica l’Istat, diffondendo i dati definitivi dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi.
L’accelerazione è dovuta soprattutto alla ripresa dei prezzi degli energetici non regolamentati, che passano da -1,9% a +0,7%, e al rialzo dei tabacchi (da +4,1% a +4,6%) e degli alimentari non lavorati (da +2,9% a +3,3%). Altri contributi all’incremento arrivano dai servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,1% a +3,5%), dai servizi di comunicazione (da +0,5% a +0,8%) e dai beni durevoli (flessione attenuata da -1,5% a -1,2%).
Allo stesso tempo, rallentano i prezzi degli energetici regolamentati, pur restando su valori elevati (da +31,4% a +27,2%), e quelli dei servizi relativi ai trasporti (da +1,9% a +1,6%).
L’inflazione di fondo, al netto di energetici e alimentari freschi, resta stabile al +1,7%, mentre quella al netto dei soli energetici registra una lieve accelerazione (da +1,7% a +1,8%).
A livello congiunturale, l’indice generale aumenta dello 0,3% rispetto a febbraio, spinto dai servizi relativi ai trasporti (+1,2%), dai servizi ricreativi e culturali (+0,7%), dagli energetici non regolamentati (+0,6%), dai tabacchi (+0,5%) e dai servizi abitativi (+0,4%). Parzialmente compensano la crescita i ribassi degli energetici regolamentati (-2,5%) e degli alimentari non lavorati (-0,3%).
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra un aumento dell’1,6% su base mensile (per la fine dei saldi stagionali) e del 2,1% su base annua, in linea con le stime preliminari. L’indice FOI, utilizzato anche per l’adeguamento dei canoni di affitto, cresce dello 0,2% su febbraio e dell’1,7% su base annua.
Nel primo trimestre 2025, secondo l’IPCA, l’aumento dei prezzi è risultato più marcato per le famiglie con minore capacità di spesa (+2,0%) rispetto a quelle con maggiori disponibilità economiche (+1,8%).
Infine, il tasso tendenziale dei prezzi del “carrello della spesa”, che comprende i beni di uso quotidiano, sale a +2,1%, dal +2,0% del mese precedente, confermando una lieve ma significativa pressione inflattiva per i consumatori.
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