A margine della presentazione del salone nautico Navigare organizzato da Afina, in corso al Molo Luise di Mergellina, la vice sindaco di Napoli, Laura Lieto, si è soffermata a spiegare qual è la progettualità del Comune di Napoli per lo sviluppo delle infrastrutture per la nautica da diporto in città e la visione dell’ente sul rapporto tra la città e il mare.
Partiamo dai porti turistici, il vero grande tema legato allo sviluppo della nautica e, quindi, anche dell’economia del settore e, soprattutto, dell’indotto.
“Le marine sono tutte già previste nel piano urbanistico. Abbiamo un porto turistico previsto a Oriente, a San Giovanni a Teduccio, il marina di Vigliena. Qui noi, poiché la gran parte dell’intervento ricade in un’area comunale, quella della Corradini, abbiamo concentrato tutte le risorse che avevamo trovato per fare il progetto di bonifica e lo facciamo noi perché questo è uno dei problemi che ovviamente interesseranno l’investitore che andrà a fare un project financing o un altro tipo di procedura di partenariato pubblico privato in quell’area”.
Il Comune, quindi, si spende per rendere più attrattiva un’area nella quale potrebbe sorgere una delle principali infrastrutture per la nautica da diporto, attesa ormai da decenni.
“Sappiamo che c’è un problema legato alle bonifiche e intendiamo superarlo perché, ripeto, abbiamo fatto un programma di bonifica e adesso partiamo con il piano di caratterizzazione della Corradini e da questo punto di vista speriamo di introdurre un elemento di facilitazione per chi voglia proporre un’iniziativa di questo genere. Sappiamo che in quell’area è possibile realizzare un’infrastruttura più significativa, cioè con i caratteri di un marina dove si fa rimessaggio, dove c’è un numero congruo di posti barca”.
Alle obiezioni sulla posizione poco pratica per il diporto, essendo a pochi passi dal porto commerciale e dalle aree dei cantieri navali, la risposta è secca.
“Chi ha previsto questo porto ha studiato la posizione. La darsena di levante a breve sarà completamente tombata e sarà sicuramente possibile far coesistere le due anime legate al mare, come d’altronde già accade altrove, ad esempio a Genova”.
L’attenzione si sposta poi nella zona occidentale, dove è prevista un’altra struttura simile.
“A Nisida è prevista un’altra marina, ma dobbiamo renderci conto che l’accelerazione che arriverà con l’America’s Cup non farà sì che per il 2027 sarà già tutto pronto, ma quella data sarà il momento di avvio di un processo di riqualificazione della città costiera, partendo dal porto turistico per il quale esiste già una proposta avanzata al Comune di Napoli in project financing, che sta in istruttoria. Io vorrei che passasse il messaggio che ci sono iniziative che devono essere pronte per il 2027, anzi anche prima in verità e su questo ovviamente il Comune sta lavorando. Dopodiché, siccome stiamo parlando di un problema che non è mai stato affrontato e risolto in passato, il 2027 lo dobbiamo interpretare come la data di avvio di un processo di sviluppo, non come la conclusione dopo la quale tutto è perduto”.
C’è anche un tema legato al futuro dell’isolotto di Nisida, che può trarre beneficio da questi progetti.
“La presenza del carcere non dipende dal Comune e, al momento, non è previsto che ci siano cambiamenti. Ma uno sviluppo dell’area potrebbe essere un formidabile elemento di supporto ai giovani che, in quella struttura, devono essere rieducati e potrebbero approfittare della presenza di nuove realtà imprenditoriali per intraprendere la strada della legalità”.
Due grandi marine per la città di Napoli, quindi, che avranno delle caratteristiche ben precise.
“Nisida e Vigliena hanno le dimensioni per consentire un’operazione che altri tipi di approdi non possono fare, ossia il rimessaggio. Ci saranno gli hangar che, ad esempio, né al Molo Luise né al molo San Vincenzo possono essere realizzati. Quelle sono infrastrutture fondamentali e centrali, ma non possono essere complete”.
A che punto siamo, quindi, con questi progetti?
“Noi abbiamo votato e approvato gli indirizzi per il piano urbanistico della costa sul quale io sto lavorando con i miei uffici in questo momento. Dentro questi indirizzi c’è il ruolo degli approdi, come il molo di Mergellina o il molo San Vincenzo, che devono essere visti non solo come infrastrutture portuali ma come dei formidabili spazi pubblici che consentano alla città di guadagnare un rapporto col mare più democratico, se mi passa il termine, dove la gente può andare a camminare, a passeggiare, a farsi il bagno, anche perché non ci dimentichiamo che ci sono stati degli interventi infrastrutturali, a cominciare dalla bonifica del Sarno che ha bonificato tutto il mare a est. Rendiamoci conto che a Castellammare di Stabia, adesso, ci si può fare il bagno, a Portici c’è un mare pulitissimo e questo grazie agli interventi che sono stati fatti nel sistema dei sottoservizi a San Giovanni a Teduccio. Siamo riusciti ad avere i dati dell’ARPAC a San Giovanni che dicono che il mare è pulito”.
Quello delle bonifiche è un tema centrale anche per lo sviluppo di Bagnoli, non solo in ottica America’s Cup.
“Per l’America’s Cup stiamo ultimando i progetti esecutivi per la bonifica di Bagnoli. Il mare lì è già pulito però c’è il problema dell’inquinamento da metalli pesanti dei fondali. Ora su questo con la Coppa avremo un intervento di bonifica del fondale per cui lo specchio di mare tra i due grandi moli dell’Italsider sarà perfettamente balneabile. In questo modo tornerà uno sbocco fondamentale sul mare e, legandolo alla bonifica a est, tutta la città di Napoli avrà a quel punto una costa totalmente balneabile”.
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