La presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è recata al Quirinale per un colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in seguito alle dichiarazioni attribuite al consigliere presidenziale Francesco Saverio Garofani e riportate da un organo di stampa nazionale. Un incontro definito necessario per riaffermare pubblicamente la correttezza dei rapporti tra governo e presidenza della Repubblica, in un momento in cui la vicenda rischiava di trasformarsi in un caso politico e istituzionale.
Secondo fonti di Palazzo Chigi, Meloni ha espresso al Capo dello Stato il proprio rammarico per parole considerate istituzionalmente e politicamente inappropriate, pronunciate da Garofani in un luogo pubblico e diffuse a seguito di una possibile registrazione. La premier avrebbe sottolineato che tali dichiarazioni non rispecchiano in alcun modo il rapporto tra i due vertici dello Stato, descritto come “assolutamente collaborativo e improntato al massimo rispetto istituzionale”.
La ricostruzione fornita dalle fonti governative indica che l’iniziativa politica del deputato Galeazzo Bignami — che aveva chiesto una smentita formale del consigliere coinvolto — non rappresentava secondo l’esecutivo una critica al Quirinale, ma un tentativo di limitare la questione al suo perimetro reale e tutelare la figura del Capo dello Stato. Palazzo Chigi sostiene che la richiesta fosse indirizzata a chiarire tempestivamente e direttamente le dichiarazioni attribuite a Garofani, proprio per evitare che l’episodio si trasformasse in una frattura istituzionale o venisse interpretato come tale.
Il colloquio tra Meloni e Mattarella avrebbe avuto anche la funzione di ribadire la continuità del rapporto istituzionale tra presidenza del Consiglio e presidenza della Repubblica, definito dalle fonti come “sempre saldo dalla nascita del governo” e mai messo in discussione da alcuna dinamica politica recente. La premier avrebbe voluto sottolineare personalmente che nessun elemento, né nel merito né nel metodo, intende essere interpretato come tensione o distonia tra i due palazzi.
La vicenda resta oggetto di attenzione politica e mediatica, anche in considerazione del fatto che Francesco Saverio Garofani, classe 1962, non è un funzionario qualsiasi: ex parlamentare e figura storicamente vicina a Sergio Mattarella, ricopre il ruolo di consigliere per gli Affari del Consiglio Supremo di Difesa, uno degli incarichi più sensibili del cerimoniale istituzionale.
Il gesto della presidente del Consiglio mira dunque a prevenire all’orizzonte qualunque interpretazione di frattura tra le massime cariche dello Stato, in un contesto in cui il rapporto tra stabilità politica e rappresentanza istituzionale rimane un tema sensibile per gli equilibri del sistema. La linea comunicativa del governo punta a una conclusione chiara: la collaborazione tra Quirinale e Palazzo Chigi non è in discussione.
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