Nei primi nove mesi del 2025 sono state liquidate 628.712 nuove pensioni, per un importo medio mensile di 1.253 euro. Lo rivela l’Osservatorio Inps sui flussi di pensionamento, che fotografa l’andamento delle nuove decorrenze da gennaio a settembre di quest’anno, suddividendo i dati per categoria e tipologia di prestazione.
Il totale delle nuove pensioni comprende 198.532 pensioni di vecchiaia, 160.022 pensioni anticipate, 37.798 assegni di invalidità e 159.661 pensioni ai superstiti. Un quadro complessivo che conferma la dinamica stabile del sistema previdenziale, pur con alcune variazioni significative in termini di tempistiche e composizione.
Calo per le pensioni anticipate: -9,68% rispetto al 2024
Rispetto allo stesso periodo del 2024, il numero delle pensioni anticipate risulta in diminuzione del 9,68% (177.172 contro 160.022). Un dato che, preso isolatamente, potrebbe suggerire un rallentamento dei flussi di uscita dal lavoro, ma che l’Inps invita a interpretare con cautela.
Infatti, l’istituto precisa che le pensioni con decorrenza nei primi nove mesi del 2024 includevano anche quelle liquidate successivamente, da ottobre in poi, ma con decorrenza retroattiva. Al contrario, le pensioni del 2025 conteggiate nel nuovo report riguardano solo quelle effettivamente liquidate fino al 2 ottobre 2025.
Ciò significa che il perimetro informativo non è omogeneo, rendendo il confronto diretto tra i due anni parzialmente distorto. L’Inps, dunque, invita ad attendere i dati consolidati di fine anno per una valutazione più precisa dei trend.
Vecchiaia e superstiti in crescita, stabilità per l’invalidità
Sul fronte delle pensioni di vecchiaia, il dato conferma la tendenza alla crescita strutturale legata all’aumento dell’età media della popolazione e al progressivo esaurimento delle uscite con strumenti di anticipo. In rialzo anche le pensioni ai superstiti, che si mantengono su livelli elevati rispetto al biennio precedente.
Stabili, invece, le pensioni di invalidità, con 37.798 nuove prestazioni: un dato che rispecchia le medie degli ultimi anni e conferma l’assenza di variazioni significative nelle procedure di accertamento e riconoscimento.
Un sistema in transizione: attesa per la legge di bilancio
Il quadro fornito dall’Inps arriva mentre il governo sta definendo, nell’ambito della legge di bilancio 2026, le nuove regole sulla flessibilità in uscita e sui meccanismi di rivalutazione degli assegni. La dinamica dei flussi pensionistici, insieme all’evoluzione demografica, rappresenta infatti uno degli elementi chiave per la sostenibilità del sistema previdenziale nel medio periodo.
Con un importo medio lordo di poco superiore ai 1.250 euro mensili, il dato 2025 mostra un equilibrio complessivo ma evidenzia anche la persistente differenza tra le diverse categorie di pensionati, sia in termini di anzianità contributiva che di tipologia contrattuale.
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