Il futuro del Diego Armando Maradona all’interno della mappa delle città ospitanti gli Europei di calcio del 2032 è tutt’altro che garantito. A segnalarlo è il ministro dello Sport, Andrea Abodi, che lancia un appello istituzionale affinché Comune di Napoli e SSC Napoli tornino al dialogo su un progetto condiviso di riqualificazione dello stadio.
Intervistato dal giornalista Vincenzo Mele durante la trasmissione Campania24 su Canale 9, Abodi ha ribadito che il processo di selezione degli impianti è ancora competitivo e non automatico. Come ha spiegato, l’Italia dovrà indicare cinque stadi definitivi e l’assegnazione finale dipenderà dalla capacità dei territori di presentare progetti concreti, finanziabili e conformi ai requisiti UEFA.
Secondo il ministro, sul Maradona persiste una criticità strutturale: le posizioni del Comune e della società calcistica appaiono sempre più distanti, con un rallentamento della pianificazione rispetto ad altre città candidate. “Il tempo non aiuta”, ha ricordato, sottolineando che la deadline per la proposta tecnica definitiva è fissata per settembre 2026.
Nel passaggio più netto, Abodi ha avvertito del rischio concreto: se non si troverà un accordo rapido sulla governance, sugli investimenti e sulla sostenibilità gestionale, Napoli potrebbe essere esclusa dalla competizione continentale. Una prospettiva che andrebbe oltre l’ambito sportivo, toccando ricadute economiche, occupazionali e reputazionali per la città e l’intera regione.
Il ministro si è comunque detto disponibile a offrire un ruolo di mediazione, nei limiti del suo incarico. L’obiettivo, ha dichiarato, è favorire un confronto costruttivo tra le parti affinché una decisione arrivi in tempi certi e con una visione condivisa.
Il tema della modernizzazione degli impianti resta uno dei nodi strategici per la preparazione agli Europei 2032, con una crescente pressione politica e istituzionale verso l’accelerazione dei progetti. E Napoli, nonostante storia, tifo e peso simbolico, non gode più di una posizione di rendita.
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