Dopo anni di espansione vertiginosa, Amazon si prepara a ridurre drasticamente la propria forza lavoro, con un piano di fino a 30mila licenziamenti che rappresenta — secondo la CNBC — la più ampia ondata di tagli nella storia del colosso dell’e-commerce.
Secondo quanto riportato dal Guardian e dal Wall Street Journal, l’annuncio ufficiale potrebbe arrivare già nella giornata di martedì 28 ottobre 2025, confermando i segnali di rallentamento che da mesi attraversano l’azienda di Seattle. I tagli dovrebbero coinvolgere diversi comparti strategici, tra cui le risorse umane, il cloud computing (AWS) e il settore pubblicitario, settori considerati fino a poco tempo fa centrali nella crescita di Amazon.
La fine di un ciclo espansivo
Durante la pandemia di Covid-19, Amazon aveva intrapreso una massiccia campagna di assunzioni per far fronte alla domanda esplosiva di acquisti online, arrivando a superare 1,5 milioni di dipendenti in tutto il mondo.
Ma oggi, con la normalizzazione dei consumi, la riduzione dei margini e il calo del potere d’acquisto, il gruppo guidato da Andy Jassy — subentrato a Jeff Bezos nel 2021 — è costretto a rivedere la propria struttura operativa e finanziaria.
Questa scelta rappresenta un deciso cambio di rotta: da strategia espansiva a politica di contenimento dei costi, in linea con quanto già fatto da altri giganti del tech come Google, Meta e Microsoft. L’obiettivo è ridurre le spese, migliorare l’efficienza interna e prepararsi a una fase in cui l’intelligenza artificiale (IA) modificherà profondamente le dinamiche produttive.
L’intelligenza artificiale come spartiacque
Non è un caso che, pochi mesi fa, Jassy avesse avvertito i dipendenti che alcune mansioni sarebbero potute essere sostituite da sistemi di intelligenza artificiale, una prospettiva che oggi appare sempre più concreta.
Amazon sta infatti investendo in modo massiccio in soluzioni di automazione, algoritmi predittivi e chatbot di nuova generazione per potenziare la gestione logistica e i servizi cloud, riducendo progressivamente la necessità di personale in ruoli amministrativi e di supporto.
Un impatto globale
Sebbene i 30mila licenziamenti rappresentino solo una piccola frazione del totale — circa il 10% dei 350mila dipendenti aziendali — l’impatto economico e simbolico è enorme.
Amazon, per anni sinonimo di crescita illimitata e innovazione continua, si trova ora a fare i conti con un rallentamento strutturale del settore tech, aggravato da inflazione, tassi di interesse elevati e incertezza geopolitica.
Gli analisti sottolineano come questa mossa sia anche un segnale agli investitori: la priorità è preservare i margini operativi e ristabilire la fiducia nei mercati, dopo trimestri altalenanti e forti pressioni sulla redditività.
Verso un nuovo equilibrio
L’era dell’espansione post-pandemica sembra ormai chiusa. Amazon entra in una nuova fase di consolidamento, più attenta alla sostenibilità dei costi e all’integrazione dell’intelligenza artificiale nei processi aziendali.
Un passaggio obbligato per un gigante che, ancora oggi, resta uno dei principali player globali della logistica, del cloud e dell’innovazione digitale, ma che deve adattarsi a un contesto economico più incerto e competitivo.
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