Nel pieno della campagna elettorale per le regionali in Campania, la polemica politica sale di livello. Dopo giorni di silenzio, il presidente uscente Vincenzo De Luca rompe gli indugi e attacca frontalmente il centrodestra, contestando le due principali proposte lanciate dagli sfidanti: un nuovo condono edilizio e l’idea di finanziare l’aumento delle pensioni minime con fondi europei.
De Luca non usa mezzi termini e definisce le mosse del campo avversario come “irresponsabili, improvvisate e demagogiche”. Un attacco diretto che segna una fase più aggressiva della campagna, proprio mentre si avvicina il voto del 23 e 24 novembre.
Al centro dello scontro politico c’è soprattutto il tema della sanatoria edilizia. Il governatore rivendica che la Regione Campania avesse già presentato due anni fa una proposta “realistica” al Parlamento per affrontare la questione degli 80mila immobili abusivi non demolibili. In quell’occasione, sostiene, il governo non avrebbe espresso alcuna posizione. Oggi invece la stessa materia torna nel dibattito elettorale «non per portare soluzioni concrete, ma per raccogliere voti last minute».
Secondo De Luca la distinzione è chiara: «Ciò che non è sanabile non deve essere sanato». Nella sua impostazione, restano esclusi dal condono: gli abusi commessi da chi già possiede un immobile regolare, le costruzioni della criminalità organizzata e quelle sorte in aree idrogeologicamente fragili come argini e corsi fluviali. Al contrario – sostiene – nei comuni delle aree interne dove non vi sono violazioni ambientali o urbanistiche sostanziali è possibile immaginare percorsi regolatori, piani urbanistici mirati e sanzioni economiche. Ciò che per De Luca è «una politica seria», per il centrodestra sarebbe invece una «mossa propagandistica».
Non meno duro il giudizio sulla proposta di aumentare le pensioni minime con risorse dell’Unione Europea. «Sono dei ciucci», attacca, criticando la scarsa conoscenza delle regole comunitarie. I fondi sociali europei – puntualizza – non possono essere destinati a politiche di sostegno al reddito, ma esclusivamente a misure legate a inclusione, formazione e sviluppo del lavoro. Un vincolo normativo che, secondo De Luca, renderebbe irrealizzabile il piano annunciato dal centrodestra, se non «con menzogne e promesse senza copertura finanziaria».
Il governatore rivendica inoltre di aver già sperimentato un intervento temporaneo sulle pensioni minime nel 2020, ma utilizzando «fondi di coesione e per un periodo limitato, senza violare i regolamenti europei e definendolo come misura di contrasto alla povertà».
Le parole di De Luca rappresentano un cambio di passo comunicativo: la campagna entra nella fase finale e lo scontro si fa più diretto. Molto dipenderà ora dalla capacità degli avversari di trasformare le critiche in confronto politico, evitando che il dibattito si riduca a uno scontro personale o emotivo. Tuttavia, con l’avvicinarsi del voto, è evidente che le scelte su abuso edilizio, fondi europei e welfare diventano non solo slogan, ma indicatori ideologici di modelli di governo diametralmente opposti.
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