Nel corso dell’audizione sul Documento di finanza pubblica 2025 (ex Def), tenutasi presso le Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, Confapi – rappresentata dal Vicepresidente nazionale Francesco Napoli – ha richiamato l’attenzione sulla necessità di una coraggiosa politica industriale per fronteggiare una fase economica critica e rilanciare il tessuto produttivo nazionale.
Secondo Napoli, il Documento si inserisce in uno scenario preoccupante, segnato da una produzione industriale in calo da 24 mesi consecutivi e da una riduzione del 2,3% dei prestiti alle imprese su base annua, aggravata da tensioni internazionali, rischi legati a dazi USA e criticità nei mercati esteri. In questo contesto, serve un piano industriale sistemico, capace di rafforzare la resilienza e la competitività delle Pmi industriali, rilanciando un contesto economico dinamico e sostenibile.
Confapi ha evidenziato anche la necessità di rivedere il Green Deal europeo, le cui implicazioni stanno mettendo in seria difficoltà settori chiave come l’automotive. Sebbene siano in corso misure correttive da parte della Commissione Europea, come il pacchetto Omnibus I sul CBAM, per l’associazione resta fondamentale intervenire con scelte più equilibrate per le industrie.
Sul fronte energetico, l’organizzazione ha richiesto l’introduzione di strumenti emergenziali strutturali, in grado di mitigare gli effetti delle forti fluttuazioni dei prezzi dell’energia. Inoltre, ha ribadito l’urgenza di estendere l’azzeramento della componente ASOS degli oneri di sistema anche alle imprese in media tensione, per contenere l’impatto sui costi.
Per quanto riguarda il Piano Transizione 5.0, il Def ha rilevato che ad oggi risultano prenotati solo 500 milioni di euro su un plafond di 6,2 miliardi. Di fronte a questo sottoutilizzo, Confapi propone di destinare parte delle risorse residue (circa 5,7 miliardi) a misure per favorire l’autoconsumo energetico nelle Pmi manifatturiere, così da sostenere la transizione in modo concreto.
Altro punto critico sollevato è quello delle riforme strutturali, in particolare della riforma fiscale. Per Confapi è imprescindibile alleggerire e semplificare gli adempimenti fiscali sia per i cittadini che per le imprese. Inoltre, chiede interventi sul cuneo fiscale anche dal lato delle aziende, oltre alla necessità di prevedere la detassazione degli utili reinvestiti nel capitale sociale, favorendo crescita e sviluppo imprenditoriale.
Infine, Confapi ha sottolineato l’importanza di proseguire il confronto avviato con il Libro Verde per una nuova strategia di politica industriale, partecipando attivamente alla consultazione pubblica. In questo senso, ha proposto un aggiornamento della mappatura delle filiere produttive, come elemento chiave per costruire un sistema industriale moderno, efficiente e generatore di valore condiviso.
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