Dopo quasi vent’anni alla guida di Pininfarina, Silvio Angori lascia la carica di amministratore delegato. La decisione, ufficializzata dal Consiglio di amministrazione, arriva a seguito di “divergenze sul perseguimento delle strategie aziendali già definite”, come si legge nella nota diffusa dalla società.
Una formula diplomatica che tuttavia lascia intravedere tensioni con il gruppo indiano Mahindra, che dal 2015 detiene il controllo della storica azienda torinese. Secondo fonti vicine al dossier, le divergenze sarebbero emerse sul futuro posizionamento della società, divisa tra heritage del design italiano e sviluppo tecnologico orientato alla mobilità elettrica e ai servizi di ingegneria avanzata.
Pininfarina, nel comunicato ufficiale, ha precisato che è stato avviato l’iter di selezione del nuovo amministratore delegato, il quale “avrà l’incarico di proseguire il percorso di crescita della società e di attuare le priorità strategiche definite”. La società ha inoltre sottolineato che la transizione non implica modifiche alla strategia complessiva, ma rappresenta un “cambiamento operativo” volto a rafforzare la governance.
Sotto la guida di Angori, Pininfarina ha affrontato una profonda trasformazione industriale, passando da casa di design automobilistico a società di servizi di design e ingegneria integrata. Negli ultimi anni, ha ampliato le proprie attività anche verso il settore dell’architettura e della sostenibilità, collaborando con brand globali e sviluppando progetti di mobilità elettrica di alto profilo, come la hypercar Battista.
L’uscita di Angori apre una nuova fase per il gruppo, che dovrà ora consolidare la propria identità in un contesto competitivo dominato dalla transizione energetica e dalla digitalizzazione. Mahindra, da parte sua, punta a rafforzare le sinergie con il comparto automotive del gruppo e a valorizzare il marchio Pininfarina come asset strategico del design italiano nel mondo.
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