Pensionati, pensionamento - qualità della vita - PENSIONI PORTOGALLO

Nel cuore di un’Europa ancora alle prese con bassa crescita e consumi stagnanti, il Portogallo sorprende.
Nel terzo trimestre del 2025, il Pil è cresciuto del 2,4% su base annua e dello 0,8% rispetto al trimestre precedente, segnando un’accelerazione rispetto all’1,8% registrato tra aprile e giugno.
Un dato che porta Lisbona al vertice della zona euro per ritmo di crescita, seconda solo alla Svezia nell’intero continente.

Una crescita “sociale”: più consumi e sostegni mirati

Secondo i dati diffusi dall’Instituto Nacional de Estatística (INE), la spinta all’economia arriva principalmente dall’aumento dei consumi privati, capace di compensare il rallentamento degli investimenti produttivi.
L’elemento chiave di questa accelerazione è legato alle nuove tabelle di ritenuta d’acconto e al bonus straordinario destinato ai pensionati, due misure che hanno incrementato il reddito disponibile di milioni di cittadini.

In altre parole, più soldi nelle tasche dei portoghesi hanno generato un effetto moltiplicatore sul commercio interno, stimolando la domanda e sostenendo la produzione.
Un risultato che mostra come politiche fiscali mirate e redistributive possano incidere rapidamente sul ciclo economico, soprattutto in economie di piccola scala ma ad alta elasticità come quella portoghese.

Un modello anti-austerity che funziona

Negli ultimi anni il Portogallo è diventato un laboratorio di politica economica progressista.
Dopo anni di rigore post-crisi, Lisbona ha scelto una strada diversa da quella seguita da molte capitali europee: maggiori tutele sociali, incentivi alla domanda interna e redistribuzione del reddito, senza compromettere i conti pubblici.

L’effetto è evidente: una crescita superiore alla media europea, un mercato del lavoro più stabile e una riduzione del rischio di povertà, pur mantenendo un deficit sotto controllo.
Il mix di bonus mirati, politiche fiscali flessibili e controllo dell’inflazione sembra aver creato le condizioni per una ripresa equilibrata, guidata non tanto dall’export quanto dalla fiducia dei consumatori.

L’analisi: un segnale per l’Europa

Il caso portoghese rappresenta un messaggio politico ed economico per l’intera Unione Europea.
In un momento in cui molti Paesi oscillano tra stagnazione e deflazione, il Portogallo dimostra che una crescita inclusiva è possibile, se accompagnata da politiche fiscali espansive ma responsabili.

Certo, il rallentamento degli investimenti e la dipendenza dai consumi interni pongono interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine del modello. Tuttavia, la performance del 2025 conferma che la domanda interna può essere un motore di sviluppo reale, soprattutto se sostenuta da misure che migliorano la distribuzione del reddito e rafforzano la fiducia dei cittadini nello Stato.

Il “caso Portogallo” non è più un’eccezione curiosa, ma un esperimento di economia sociale di mercato che sta dando risultati tangibili.
In un’Europa ancora divisa tra austerità e spesa pubblica, Lisbona sembra aver trovato una terza via: crescita, equità e stabilità.


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