Francesco Napoli

«Il futuro di un’impresa non si misura solo nei bilanci, ma nelle persone che sa far crescere, accompagnare e valorizzare nel tempo». Con queste parole il Vice Presidente Nazionale di Confapi ha aperto a Roma il suo intervento dedicato al tema del ricambio generazionale e della gestione del turnover, una delle sfide più delicate e decisive per le piccole e medie imprese italiane.
Il ricambio generazionale non è un semplice avvicendamento anagrafico, ma un passaggio che riguarda persone, storie professionali, competenze e valori. È un processo che incide sulla continuità aziendale e sulla capacità delle imprese di innovare senza perdere la propria identità. «Parlare di ricambio generazionale significa parlare di responsabilità verso il futuro e di rispetto per il patrimonio umano costruito negli anni», ha sottolineato il Vice Presidente.

I dati Censis evidenziano come negli ultimi anni l’occupazione in Italia sia cresciuta soprattutto nella fascia degli over 50, mentre quella giovanile ha registrato una contrazione. Un fenomeno che non va letto in modo semplicistico. «È positivo che le persone possano restare attive più a lungo, ma diventa un problema quando non si riesce a creare un ingresso stabile e strutturato per le nuove generazioni», ha spiegato.

Secondo Confapi, il rischio è quello di un sistema produttivo che conserva competenze ma fatica a rinnovarle, rinviando il passaggio di testimone e perdendo progressivamente competitività e attrattività. Per questo la gestione del turnover non può essere lasciata al caso, ma deve essere pianificata e accompagnata nel tempo. Il tema ha anche una forte dimensione culturale. «I giovani chiedono fiducia, autonomia, flessibilità e ambienti di lavoro capaci di ascolto e crescita. Le imprese, soprattutto le PMI, spesso faticano ad adeguarsi a queste aspettative, e questo rende più difficile l’incontro tra domanda e offerta di lavoro», ha osservato il Vice Presidente.

«Nel breve periodo può sembrare più semplice affidarsi a lavoratori più esperti, percepiti come immediatamente operativi. Ma se questa scelta diventa strutturale, il rischio è quello di accentuare lo squilibrio generazionale e di trovarsi impreparati quando le uscite diventeranno inevitabili», ha aggiunto.
La sfida, per Confapi, non è scegliere tra giovani e senior, ma creare le condizioni perché possano lavorare insieme, condividere competenze e costruire un futuro comune. Il ricambio generazionale passa dalla valorizzazione dell’esperienza, dall’evoluzione dei modelli organizzativi e da una maggiore attenzione al passaggio generazionale anche nella governance delle imprese, in particolare di quelle familiari.

Fondamentale, infine, il ruolo delle istituzioni. «Servono politiche attive del lavoro più efficaci, incentivi stabili all’occupazione giovanile e una visione di medio-lungo periodo che accompagni le imprese in questo percorso», ha ribadito.
Confapi conferma il proprio impegno nel dialogo con il Governo e nel supporto alle imprese sui territori. «Il ricambio generazionale non è solo una necessità demografica, ma una leva strategica di sviluppo e una responsabilità verso il futuro del Paese».
«Se sapremo governare questo cambiamento con equilibrio e visione – ha concluso il Vice Presidente – le piccole e medie imprese continueranno a essere il cuore pulsante dell’economia italiana».