E’ atteso per domani, 20 aprile, il voto alla Camera, poi al Senato del Def, il documento economico finanziario disegnato dal Governo Draghi. In un clima economico (e non solo) caratterizzato dalle ripercussioni del conflitto tra Russia e Ucraina il parlamento è chiamato a discutere delle prossime mosse.
Le priorità del Def
Tra le priorità vi sono lo scostamento di bilancio, il caro energia, la rateizzazione delle cartelle esattoriali e, infine, il Superbonus. Sono venticinque i punti cruciali che saranno discussi e votati tra mugugni e nasi tappati.
Le correzioni
Per quanto riguarda il Superbonus, l’auspicio è prorogare il termine del 30 giugno per le case unifamiliari, specificare meglio in cosa consista la percentuale del 30% dei lavori da completare entro la scadenza, valutare la possibilità di frazionare la cessione del credito per importo e annualità, nonché allargare la possibilità di cessione a soggetti diversi da banche, istituti finanziari e assicurazioni.
Quest’ultimo è un punto cruciale per provare a scongiurare il blocco annunciato da diversi istituti bancari. Un’eventualità che metterebbe a serio rischio il proseguimento della misura che, nel post lockdown, ha ridato respiro ad un intero settore in affanno.
Superbonus: le possibili soluzioni
Governo e Parlamento sono dunque corsi ai ripari, con un duplice obiettivo: consentire la cessione banca-correntista in ogni passaggio, e non solo al quarto, e depotenziare il divieto di cessione frazionata che scatterà dal 1° maggio. Nel dettaglio, i tecnici hanno individuato due possibili rimedi che dovranno essere approvati. A illustrarli è stato il presidente dell’Ance, Gabriele Buia.
La prima soluzione sarebbe quella di consentire alle banche di cedere i crediti ai loro correntisti, “anche senza avere completato tutti e tre i passaggi di cessione. Devono avere la possibilità di scontare subito questi crediti”. La seconda misura sarebbe consentire di cedere una porzione di un credito. “Senza fare pezzettini troppo piccoli, si potrebbe consentire di cedere un anno intero, ad esempio, su un credito che dura cinque anni”.