Sembra essere arrivato al capolinea il boom del Superbonus 110%. Intesa SanPaolo e UniCredit hanno già annunciato il blocco dell’acquisto dei crediti, un ‘precedente’ che potrebbe scatenare un effetto domino e portare al ‘tramonto’ del bonus.
Le revisioni e le modifiche apportate negli ultimi mesi hanno stravolto non poco la misura che, al suo esordio, ha fatto ripartire consumi e investimenti dopo il blocco del lockdown.
Le posizioni di Intesa e Unicredit
Intesa SanPaolo, che fino al momento ha acquisito circa 4 miliardi di crediti fiscali collegati al superbonus 110 e al resto dei bonus casa, ha fatto sapere che, in mancanza di una modifica normativa, è inevitabile un rallentamento delle pratiche fino allo stop.
Per quanto riguarda Unicredit – che al momento ha acquisito circa 1,2 miliardi di euro di crediti fiscali – avrebbe esaminato il tema all’interno del proprio comitato Crediti arrivando alla decisione di mettere uno stop alle nuove domande, perché vicino al raggiungimento “della massima capacità fiscale possibile per la cessione dei crediti”.
I plafond a disposizione non sono illimitati e se le norme consentono, dopo una prima cessione libera, soltanto due ulteriori cessioni esclusivamente a istituti bancari e assicurativi, anche questi prima o poi sono destinati a limitare le attività. Come un cane che si morde la coda, dunque, ci si attende un nuovo blocco, a meno che il Governo non ponga un rimedio.
L’iter travagliato del Superbonus
Il Decreto sostegni-ter e il Decreto frodi hanno profondamente cambiato l’idea originaria del bonus. Il tentativo di limitare truffe e l’uso improprio del fondo, è stata istituita una ‘stretta’ dei controlli e – soprattutto – il limite di cessioni possibili (1+2) ad una cerchia ristretta di operatori.
Persino Poste Italiane, che ha messo a disposizione un tetto di 9 miliardi, si trova potenzialmente in difficoltà, considerato che l’ultimo report ENEA ha registrato, solo per lavori da Superbonus detrazioni per 18,7 miliardi di euro.
Si attende il Governo
A risolvere l’impasse potrebbe essere solo il Governo. Tra le soluzioni abbozzate nelle ultime ore c’è quella dell’introduzione di una quarta cessione del credito con un possibile frazionamento in caso di cessione ai correntisti. La risposta è attesa in tempi brevi anche perché dalle decisioni dell’Esecutivo dipende la sopravvivenza di una misura che potrebbe essere giunta al suo definitivo capolinea.