Telemarketing

Nuova stretta contro il telemarketing aggressivo in Italia. Da mercoledì 19 novembre, grazie a un intervento regolatorio dell’Agcom, entrerà in vigore un sistema di controllo automatico progettato per bloccare le chiamate commerciali provenienti dall’estero che utilizzano false numerazioni mobili italiane. Una misura pensata per contrastare un fenomeno che negli ultimi anni è esploso: 15 miliardi di telefonate in un solo anno, con un giro d’affari stimato in almeno 3 miliardi di euro.

Il provvedimento rappresenta il secondo tassello della strategia anti-spoofing dell’Autorità, dopo il blocco del 19 agosto che aveva interessato i numeri fissi fasulli. Ora il filtro diventa più sofisticato: nel momento in cui parte una telefonata verso l’Italia con un numero mobile italiano, il sistema verificherà in tempo reale se la numerazione è esistente, chi la possiede e se il dispositivo si trova realmente in roaming all’estero. Le chiamate non conformi verranno automaticamente scartate prima che raggiungano il destinatario.

La misura non colpisce solo i numeri mobili tradizionali, ma anche servizi specializzati come numerazioni satellitari o linee dedicate alle comunicazioni tra macchine (M2M). E non si limita al blocco delle chiamate irregolari, ma introduce un vincolo ulteriore: gli operatori che non avranno implementato i sistemi tecnici richiesti si vedranno sospendere il servizio roaming in entrata, fino a piena conformità.

Il passo avanti è significativo, ma non risolutivo. Il Codacons frena l’entusiasmo di chi spera in un azzeramento delle telefonate moleste, ricordando che il telemarketing illegale è un settore ricco, organizzato e in continua evoluzione tecnologica. Le chiamate dai call center legittimi italiani, quelle provenienti da numerazioni straniere reali o da numeri fasulli generati da server presenti fisicamente in Italia continueranno a passare.

Le conseguenze economiche del fenomeno sono tutt’altro che marginali. Solo nel comparto luce e gas, le pratiche aggressive o fraudolente portano i consumatori a pagare mediamente dal 10% al 20% in più rispetto alle tariffe standard, con un impatto stimato di circa 2 miliardi di euro l’anno in contratti ottenuti con modalità scorrette.

L’Italia, negli ultimi due anni, ha accelerato la regolazione del settore e rafforzato strumenti come il Registro delle Opposizioni, ma la partita resta aperta. La capacità dei call center illegali di reinventarsi, sfruttando strumenti digitali sempre più avanzati e reti estere non tracciabili, rappresenta una sfida continua per regolatori, operatori e consumatori.

La nuova stretta dell’Agcom segna un progresso tangibile nella protezione degli utenti, ma non una soluzione definitiva. La domanda centrale resta la stessa: quanto tempo servirà prima che il telemarketing aggressivo trovi nuove vie per aggirare anche questi controlli?


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