Frenata dei contratti pubblici a luglio dopo l’introduzione del nuovo Codice Appalti. Lo segnala l’Anac che spiega come, guardando gli importi, “per quanto concerne le forniture a luglio ne sono state avviate circa 1/4 di quelle realizzate nel mese di giugno.
Per i lavori il calo è ancora più marcato: circa 1/7 di quelli registrati a giugno.
Per i servizi poco più di un quinto”. Se invece si parte dal numero degli affidamenti, spiega l’autorità, i contratti pubblici sono più che dimezzati, anche tenendo conto anche delle richieste di Cig non ancora perfezionate.
Le osservazioni dopo il primo mese
“Pur considerando che si tratta solo del primo mese e che il fenomeno dovrà essere osservato su un periodo più lungo – commenta il presidente dell’Autorità anticorruzione Giuseppe Busìa – non si può negare che, a trenta giorni dalla prima applicazione del Codice Appalti, si registri una frenata. I contratti pubblici di luglio sono più che dimezzati”.
“In parte – continua Busia – è fisiologico che l’entrata in vigore di nuove regole comporti un rallentamento per la necessità di adattarsi alle novità dei testi. Dobbiamo, tuttavia, stare molto attenti e lavorare a fianco delle stazioni appaltanti per aiutarle e supportarle, come Anac sta facendo con molto impegno. Purtroppo pesa, in particolare, il fatto che non si sia investito sufficientemente per rafforzare le stazioni appaltanti, qualificandole adeguatamente, anche attraverso l’assunzione di nuovi funzionari capaci di applicare in modo corretto le nuove regole. Ce ne rendiamo conto anche misurando il processo di qualificazione, dove il numero delle stazioni appaltanti qualificate sta aumentando, ma a un ritmo molto più lento”.