L’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) interviene nuovamente sul tema della trasparenza nella pubblica amministrazione, ribadendo l’obbligo per i dirigenti degli istituti del Servizio sanitario nazionale di comunicare i propri dati reddituali e patrimoniali.
Nel Parere di Trasparenza approvato il 22 ottobre 2025, l’Autorità ha chiarito che la mancata comunicazione può configurare una violazione dei doveri di integrità e trasparenza, come previsti dal Codice di comportamento dei dipendenti pubblici (D.P.R. n. 62/2013) e dai codici interni di ciascun ente, con la conseguente attivazione di procedimenti disciplinari da parte dell’amministrazione di appartenenza.
Secondo Anac, questo obbligo “rappresenta uno strumento interno di controllo e prevenzione, coerente con il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici”. La trasparenza, in questa prospettiva, è considerata un elemento centrale per prevenire situazioni di conflitto di interessi, garantendo che le decisioni pubbliche restino indipendenti da condizionamenti privati.
L’Autorità ha ricordato che le Linee guida sui codici di comportamento (Delibera n. 177/2020) e le Linee guida specifiche per gli Enti del Servizio Sanitario Nazionale (Delibera n. 385/2017) includono l’obbligo di dichiarare partecipazioni azionarie, interessi finanziari e rapporti economici che possano interferire con l’imparzialità del ruolo dirigenziale. L’art. 13, comma 3, del D.P.R. 62/2013 prevede infatti che i dirigenti comunichino anche quote societarie o investimenti potenzialmente idonei a generare un conflitto di interessi.
Anac invita inoltre gli enti del SSN a rafforzare i propri codici interni, integrando procedure di verifica delle dichiarazioni, obblighi di aggiornamento tempestivo e sistemi di controllo interno a tutela della correttezza amministrativa.
“La finalità dell’obbligo – sottolinea l’Autorità – è la prevenzione dei conflitti di interessi, reali o potenziali, così da evitare che un dirigente possa trovarsi in situazioni dove interessi privati influenzino decisioni pubbliche”. La trasparenza, aggiunge Anac, è quindi un presidio essenziale “per consentire all’amministrazione di valutare eventuali incompatibilità e garantire l’imparzialità delle funzioni pubbliche”.
Con questo chiarimento, l’Anac riafferma un principio cardine: la trasparenza patrimoniale non è una mera formalità, ma un presidio etico e organizzativo per tutelare l’integrità del servizio pubblico, in particolare in un settore sensibile come quello sanitario.
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