Assegno di inclusione

Al via dal 1 gennaio la ‘mossa’ del Governo Meloni per mettere in cantina il reddito di cittadinanza. Uno strumento non fortunato che ha lasciato il posto all’assegno di inclusione che, rispetto al suo predecessore, amplia le restrizioni e diminuisce la platea di beneficiari. Sono 340.000 le pratiche avviate, già la metà degli ex percettori del reddito hanno fatto richiesta e nei prossimi giorni si avvierà una seconda fase.

Alla presentazione della domanda, infatti, segue la convocazione da parte dei  servizi sociali del proprio Comune, per un’analisi multidimensionale dei bisogni. A seguito della valutazione di ciascun singolo caso, i componenti del nucleo familiare possono essere avviati a percorsi di lavoro o formazione, oppure seguiti dai servizi sociali se considerati non attivabili. I soggetti che fanno parte di un nucleo familiare beneficiario dell’assegno, di età compresa tra 18 e 59 anni, con responsabilità genitoriali, attivabili al lavoro, saranno indirizzati ai Centri per l’impiego o ai soggetti accreditati ai servizi per il lavoro, per la sottoscrizione del Patto di servizio personalizzato. Il percorso di politica attiva può prevedere anche la partecipazione a Progetti utili alla collettività.

Il versamento

L’assegno viene erogato ogni mese attraverso la Carta di inclusione emessa da Poste Italiane. L’importo massimo annuo è di 6.000 euro, che può aumentare in base alla composizione del nucleo familiare e alle necessità abitative. L’indennità viene erogata per un periodo massimo di 18 mesi e può essere rinnovata, dopo un mese di sospensione, per altri 12 mesi.

I requisiti

Si tratta di una misura nazionale di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale condizionata al possesso di alcuni requisiti. L’ADI è riconosciuto ai nuclei familiari con un ISEE non superiore a 9.360 euro e che abbiano almeno un componente con disabilità; minorenne; con almeno 60 anni di età o in condizione di svantaggio e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi sociosanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione.

 

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