Domani alle 10:00, il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, si recherà in Cassazione insieme agli altri sottoscrittori per depositare il quesito referendario volto ad abrogare totalmente la legge Calderoli sull’autonomia differenziata. Il testo del quesito è il seguente: “Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n.86, ‘Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione’?”.
Tra i promotori del referendum, oltre alla CGIL, ci sono la UIL, diverse associazioni laiche e cattoliche che hanno collaborato con la CGIL nel progetto “Via Maestra”, le forze politiche di opposizione, personalità di spicco e intellettuali.
Landini ha dichiarato: “Domattina andremo a firmare per depositare il quesito di abrogazione totale, per avviare una raccolta di firme da concludersi entro il mese di settembre. Questo per garantire che ci sia il referendum e per dimostrare che oltre alla volontà politica delle Regioni c’è la volontà politica degli italiani di non accettare una legge balorda che mette in discussione la dignità e l’unità di questo Paese, ma soprattutto i diritti fondamentali e quindi la libertà delle persone”.
La raccolta firme è un’iniziativa che vedrà la partecipazione di un ampio spettro di organizzazioni e figure di rilievo. “Insieme a noi ci sarà un mondo vastissimo: la UIL, tutte le associazioni che hanno dato vita alla Via Maestra, le forze politiche di opposizione, un sacco di personalità e intellettuali”, ha sottolineato Landini durante il suo intervento alla festa della CGIL a Bologna.
Il quesito referendario si propone di abrogare la legge n. 86 del 26 giugno 2024, che riguarda l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, come previsto dall’articolo 116, terzo comma, della Costituzione. La legge è stata oggetto di numerose critiche da parte delle forze sindacali e politiche che la ritengono pericolosa per l’unità nazionale e i diritti fondamentali dei cittadini.
L’iniziativa del referendum abrogativo rappresenta una risposta concreta e organizzata alla legge Calderoli, che secondo i promotori rischia di frammentare ulteriormente il Paese e compromettere l’eguaglianza dei diritti. La mobilitazione popolare e il sostegno delle varie organizzazioni intendono mandare un chiaro segnale al governo e alle istituzioni: la difesa della coesione nazionale e dei diritti fondamentali deve essere una priorità assoluta.
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