De Luca Calderoli autonomia differenziata

Un vero e proprio ciclone è quello che si è abbattuto sulla battaglia leghista relativa all’Autonomia differenziata. Un duro colpo che mette in risalto i nodi di una riforma che, a detta di molti, potrebbe acuire ulteriormente le differenze tra Nord e Sud. Quattro autorevoli giuristi si sono dimessi dalla Commissione che dovrebbe definire i Lep (Livelli Essenziali delle Prestazioni) nell’ambito della riforma Calderoli per attuare l’Autonomia regionale differenziata. Il loro impegno, appunto, doveva servire a rasserenare il Sud sulla riforma, ma hanno gettato la spugna.

Si tratta degli ex presidenti della Corte Costituzionale Giuliano Amato e Franco Gallo, l’ex presidente del Consiglio di Stato Alessandro Pajno e l’ex ministro della Funzione pubblica Franco Bassanini. Persone di un certo peso che con le loro dimissioni potrebbero mettere fine al progetto leghista. Si sono fatti da parte, infatti, con motivazioni che potrebbero affossare definitivamente la riforma. I quattro esperti nelle loro lettera di dimissioni spiegano che la decisione non è un atto ostile di principio ma difatti sollevano un problema proprio sui costi dei Lep, dal finanziamento degli stessi ed il conseguente obiettivo di garantire in tutto il territorio nazionale servizi adeguati.

Una vera e propria bomba sulla riforma ed il governatore campano Vincenzo De Luca, da sempre scettico sulla riforma Calderoli, non ha mancato di intervenire: Le dimissioni di quattro autorevoli costituzionalisti dalla Commissione Lep segnalano problemi e criticità reali, già previste e sottolineate da noi mesi fa. Credo che l’obiettivo di definire finalmente i livelli essenziali delle prestazioni sia essenziale nel percorso di superamento delle disparità dei servizi fra i nostri concittadini. Ripropongo al ministro Calderoli l’ipotesi di affidare ad un organismo terzo, autorevole ed efficiente, come l’Ufficio Parlamentare del Bilancio, il compito di definire i Lep. Sarebbe, fra l’altro, una prima connessione con l’indispensabile funzione del Parlamento nazionale su questa materia. E sarebbe un modo serio per rispondere a uno dei rilievi fondamentali avanzato dai quattro autorevoli dimissionari; e sarebbe un modo efficace per non interrompere il lavoro sui Lep”.

Si tratta di argomentazioni che, tra l’altro, la senatrice del Movimento 5 Stelle Mariolina Castellone aveva già previsto in un’intervista pubblicata su Piazza Borsa il primo giugno scorso. L’esponente pentastellata, oltre ad annunciare la richiesta di un’indagine conoscitiva in Senato, aveva dichiarato: “L’Autonomia regionale spacca il Paese. I Lep vanno anche garantiti, non solo definiti e secondo Svimez servono circa 100 miliardi di euro per garantirli. È evidente che con una riforma a costo zero, come la legge Calderoli, si punta a cristallizzare i divari, e non a ridurli come previsto invece nel PNRR. Perciò questa legge è anacronistica. Non si capisce come si possano garantire i Lep con una riforma a costo zero”.

di M. OLA