Quando in Italia, grazie al Pnrr, ‘si è presentata l’opportunità finanziaria, è mancata la capacità di programmazione strategica’. Così il ministro dell’Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, intervenendo a un convegno a Varese dedicato al ruolo degli enti locali nel futuro dell’Ue. Nel momento di scrivere il Piano nazionale ripresa resilienza, continua Giorgetti, in Italia ‘è successo che tutti i progetti vecchi e nuovi sono stati tirati fuori dai cassetti e messi nel Pnrr’ ma questo ‘senza una visione complessiva del Paese’.
E’ sempre più evidente, quindi, il cambiamento di strategia – con il consenso di Bruxelles – per l’uso dei prossimi fondi Pnrr da spendere entro il 2026. Tre anni che, come sappiamo, in Italia potrebbero non essere sufficienti per la realizzazione di opere importanti. Lo sa bene il ministro Pichetto Fratin che ha ribadito la necessità di ‘adeguare’ i fondi ad una ‘nuova realtà’.
Le revisioni del Pnrr, che come ha ricordato ieri il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, devono essere approvate entro la fine del 2023, sono “un adeguamento a una nuova realtà. Il Pnrr e’ stato pensato in un momento storico che sembra dell’altro secolo”. Lo ha detto Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, a margine dell’assemblea dell’Unione Industriali Torino, in corso nel capoluogo piemontese. “Bisogna valutare in base alle tempistiche, io stesso ho rimodulato molto, qualche miliardo, laddove avevo il dubbio che le opere non sarebbero state concluse entro giugno 2026 ho ritenuto di doverli spostare su altri fondi che non hanno quella scadenza”, ha detto il ministro spiegando che non è questione di mancanza di fiducia, “si tratta di essere un po’ realistici”.