Campi Flegrei - Mauro Di Vito, direttore Ingv

Gli ultimi studi sulla caldera dei Campi Flegrei rivelano dettagli fondamentali sulla dinamica del magma e dei gas sottostanti. Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano e Campi Flegrei dell’Ingv, ha commentato i risultati di un approfondito studio condotto da Flora Giudicepietro, primo ricercatore presso lo stesso Osservatorio. La ricerca, che copre il periodo dal 2000 al 2023, analizza l’accelerazione della deformazione delle rocce e l’aumento della sismicità nella caldera, offrendo nuove prospettive sui processi in corso.

Secondo Di Vito, la principale sorgente di sovrapressione si trova a una profondità di 4 chilometri, ed è legata all’emissione di gas, mentre il magma è più profondo, a circa 5-6 chilometri rispetto agli 8 di partenza registrati anni fa. Questo movimento è accompagnato da un degassamento magmatico particolarmente intenso, con emissioni che raggiungono le 5000 tonnellate al giorno di anidride carbonica nell’area delle solfatare. Si tratta di un valore eccezionalmente alto, indice di un’attività profonda significativa.

Il processo di deformazione, visibile con il sollevamento del suolo e l’intensificarsi dei fenomeni sismici, è influenzato dalla pressione esercitata dai gas che precedono il magma. Di Vito ha spiegato che la riduzione della pressione sulla massa magmatica potrebbe favorire ulteriori fenomeni di degassamento, un aspetto da monitorare con attenzione per comprendere meglio l’evoluzione futura del sistema vulcanico.

Lo studio evidenzia come sia fondamentale analizzare i dati combinati di deformazione del suolo, sismicità e geochimica per ottenere un quadro chiaro della situazione. La continua evoluzione dei Campi Flegrei richiede un monitoraggio costante, sia per approfondire la comprensione scientifica sia per garantire un’efficace gestione del rischio in una delle aree vulcaniche più complesse al mondo.


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