Confapi, rappresentata dal consigliere Jonathan Morello Ritter e dalla responsabile legislativo Stefania Multari, è stata audita presso la X Commissione della Camera e la IX Commissione del Senato sullo schema di decreto legislativo relativo al nuovo Codice degli incentivi.
La Confederazione ha accolto con favore il provvedimento, definendolo «un passo strategico per le Pmi industriali» e un primo intervento concreto di razionalizzazione e semplificazione degli strumenti di sostegno, in linea con gli obiettivi del Pnrr. Tuttavia, ha sollevato alcuni punti cruciali per renderlo realmente efficace.
Il ruolo delle associazioni e la governance degli incentivi
Confapi chiede un coinvolgimento strutturale delle associazioni di categoria in tutte le fasi del ciclo di vita dell’incentivo – dalla programmazione alla valutazione dei risultati – superando il ruolo meramente consultivo previsto nello schema. In particolare, propone di trasformare il Tavolo Permanente degli Incentivi presso il Mimit in una vera e propria Cabina di regia nazionale, con maggiore rappresentanza delle Regioni e con la partecipazione attiva delle organizzazioni imprenditoriali.
Digitalizzazione e bando-tipo
Positivo, secondo Ritter, l’utilizzo degli strumenti digitali come il Registro Nazionale degli Aiuti di Stato e la piattaforma Incentivi.gov.it, ma l’integrazione tra le due deve avvenire «con scadenze vincolanti». Apprezzata anche l’introduzione del bando-tipo, che risponde alla necessità di uniformità: l’auspicio è che diventi una prassi consolidata, con il contributo delle associazioni nella sua predisposizione.
Riserva Pmi e criteri premianti
Particolarmente significativa è la conferma di una quota minima del 60% degli incentivi riservata alle Pmi, con almeno il 25% destinato alle micro e piccole imprese. Confapi chiede che questa riserva sia vincolante e monitorata in tempo reale, con rendicontazione trasparente tramite open data.
Sul fronte delle premialità, la Confederazione propone un principio generale che le contestualizzi in base alla tipologia dei bandi, premiando non solo gli aspetti Esg ma anche le certificazioni volontarie già in possesso delle imprese e l’impegno su salute e sicurezza.
Uniformità e specificità territoriali
Confapi apprezza la standardizzazione dei processi e l’uniformità a livello centrale e territoriale, ma sottolinea l’importanza di consentire alle Regioni di tarare misure sulle specificità locali. Critica invece le numerose deroghe presenti nello schema, che rischiano di generare incertezza.
«Le Pmi industriali hanno bisogno di certezze, stabilità e un unico riferimento normativo per pianificare i propri investimenti – ha ricordato Morello Ritter –. Per questo servono termini certi per gli atti attuativi, tempi rapidi per istruttoria ed erogazione e la trasparenza sui plafond disponibili durante tutta la durata degli incentivi».
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