La Manovra non convince Confapi. La decisione del Governo di destinare 4 miliardi di euro al super ammortamento nella prossima manovra di bilancio accende il dibattito sulle politiche industriali e sul sostegno alle piccole e medie imprese. A criticare la misura è Cristian Camisa, presidente di Confapi, la Confederazione italiana della piccola e media industria privata, che rappresenta il cuore produttivo del Paese.
Secondo Camisa, la scelta “non va nella direzione auspicata dal mondo delle Pmi industriali”, perché il super ammortamento si rivela “più adatto alle imprese di maggiori dimensioni”, lasciando scoperta la platea delle Pmi manifatturiere che costituiscono oltre il 90% del tessuto industriale italiano.
“Come Confapi riteniamo che la strada da seguire sia quella del credito d’imposta, strumento più efficace e realmente utilizzabile dalle piccole e medie imprese, che rappresentano la colonna portante dell’economia nazionale”, sottolinea il presidente.
Camisa richiama il successo del Piano Transizione 5.0, definito “un’opportunità cruciale per la doppia transizione digitale ed ecologica” delle imprese italiane. Tuttavia, i vincoli europei ne hanno limitato la diffusione, nonostante fosse basato su un credito d’imposta, “più adeguato alla dimensione delle Pmi industriali e utilizzabile anche in assenza di utili d’esercizio”.
I dati, infatti, sono eloquenti: fino al 2019, il super e iper ammortamento era utilizzato per il 64% da medie e grandi imprese, mentre dal 2020, con l’introduzione del credito d’imposta 4.0, le Pmi manifatturiere sono diventate le principali beneficiarie, maturando oltre il 60% del credito complessivo.
“Le imprese manifatturiere sono state le principali beneficiarie della misura, avendo maturato nel triennio oltre 11,5 miliardi di euro in crediti legati agli investimenti 4.0”, precisa Camisa. “Il credito d’imposta ha svolto un ruolo determinante nel sostenere la crescita e l’innovazione del sistema produttivo, rafforzando la competitività delle piccole e medie imprese”.
L’iper e super ammortamento, al contrario, “è stato utilizzato in misura prevalente dalle grandi imprese”, e il ritorno a questo meccanismo, secondo Confapi, rappresenta “un passo indietro rispetto a una politica industriale moderna e inclusiva”.
A differenza dell’ammortamento, che produce benefici solo nel tempo e solo per le imprese in utile, il credito d’imposta consente una riduzione diretta del carico fiscale, anche in assenza di profitti, garantendo liquidità immediata e pianificazione più efficiente degli investimenti.
“Ci auguriamo che in un momento così delicato per l’economia del Paese – conclude Camisa – le misure previste nella manovra siano davvero pensate per rilanciare la competitività del tessuto produttivo e tarate sulle esigenze delle Pmi industriali. Il credito d’imposta è lo strumento che risponde meglio alle loro necessità, assicurando maggiore liquidità, tempi più rapidi di fruizione e programmazione più efficace”.
Leggi le notizie di Piazza Borsa
Per restare sempre aggiornato, segui i nostri canali social Facebook, Twitter, Instagram e LinkedIn