DAZN sta attraversando una crisi senza precedenti, con un calo drammatico degli ascolti che si fa sentire pesantemente sulle prime tre giornate del campionato di Serie A. Rispetto allo scorso anno, DAZN ha perso ben 800mila spettatori, una cifra che sale a 1,8 milioni se paragonata a due anni fa. Questo declino rischia di avere ripercussioni significative non solo per l’emittente, ma anche per la Serie A, il cui futuro televisivo è strettamente legato a DAZN fino al 2029.
Le premesse per questo disastro c’erano tutte: aumenti irragionevoli dei prezzi degli abbonamenti e tagli massicci al personale e alle produzioni. Anche le partite di cartello come Inter-Atalanta, Lazio-Milan e Juve-Roma non sono riuscite a risollevare gli ascolti, con la terza giornata di Serie A che ha raccolto complessivamente solo 3.949.414 contatti.
La situazione non è migliore in Francia, dove DAZN ha acquisito i diritti per trasmettere la Ligue 1. Il prezzo elevato degli abbonamenti sta spingendo molti spettatori verso la pirateria, con più di 2,5 milioni di francesi che seguono il calcio attraverso canali illegali. Per il 65% dei francesi, gli elevati prezzi degli abbonamenti DAZN giustificano l’uso di questi canali.
Il quadro generale è preoccupante: mentre DAZN continua a perdere spettatori, altre piattaforme come Sky stanno registrando aumenti significativi, con un incremento del 56% negli spettatori nei primi nove match in co-esclusiva di questa stagione. La crisi di DAZN, dunque, non è solo una questione italiana ma si estende a livello internazionale, minacciando la sostenibilità del modello di business dell’emittente.
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