Crescita Pil mondiale guerra

La crisi internazionale che dallo scorso febbraio avvolge l’intera comunità internazionale a causa della guerra in Ucraina crea inevitabilmente conseguenze anche dal punto di vista economico. L’instabilità di una zona importante del mondo dalla quale l’Europa e l’intera fascia mediterranea importano da anni ingenti quantità di gas e petrolio (dalla Russia) e grano (dall’Ucraina) genera problemi all’economia globalizzata. Se il 2021 ha rappresentato per l’Italia un anno di forte rinascita, questo 2022 sta raffigurando un inizio di frenata nonostante i dati restano ancora incoraggianti rispetto a Francia e Germania.

Italia: da “Paese dell’anno” al rischio recessione

Lo scorso anno l’Italia era stata definita dalla stampa estera come “Paese dell’anno” per il suo forte rimbalzo positivo di crescita dopo il nefasto 2020, facendo registrare secondo l’Istat un + 6,6% del Pil, l’aumento della spesa dei cittadini del 4% e la riduzione di deficit e debito pubblico. Quest’anno invece la crescita c’è ma rischia di frenare rispetto alle previsioni iniziali a causa degli effetti negativi della guerra. Seppur il fatturato industriale fino a qualche mese fa era in crescita insieme all’export italiano, l’incertezza dello scenario internazionale, l’autunno freddo alle porte, il Covid ancora presente e soprattutto l’aumento del costo della vita e dell’energia, rischiano di frenare del tutto la crescita. Lo indicano anche le stime del Fondo Monetario Internazionale in relazione all’Italia: nel 2022 il Pil crescerà quattro punti in meno rispetto alle previsioni fatte prima della guerra.

Al ribasso il Pil mondiale

Nel 2023 in generale frena la crescita mondiale con aumento del rischio recessione. Inflazione, caro energia, guerra e Covid: i rischi al ribasso per la crescita globale sono tanti e fanno evocare al Fmi lo spettro della recessione. Secondo l’istituzione monetaria internazionale, con sede a Washington, della quale fanno parte 190 Paesi, e che ha la finalità di promuovere la stabilità economica e finanziaria, le possibilità di recessione sono cresciute negli ultimi mesi e la probabilità che uno dei Paesi G7 ne venga colpita è stimata al 15%, quattro volte il suo livello abituale, e vicino al 25% in Germania.

L’Italia regge grazie al rimbalzo post Covid

L’Italia regge ancora grazie al forte balzo del 2021 ma il 2023 è un anno incerto. Per il FMI il nostro Paese, infatti, sembra riuscire a resistere quest’anno in tema di crescita ma l’anno prossimo scivolerebbe allo 0,7%, un punto in meno rispetto alle stime precedenti. In generale il Fmi vede arrestarsi il Pil mondiale al 3,2% nel 2022, segnando 0,4 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni dei mesi passati, e nel 2023 sarà invece al +2,9%, vale a dire 0,7 punti in meno.

M. Alt.