Torna la corsa rosa e torna al Sud.
Era necessario, vista la figura barbina dello scorso anno, riannodare la geografia del Paese. Così, se l’anno scorso il Giro d’Italia si fermava a Guardia Sanframondi, quest’anno si spinge fino ad Avola. Alla Sicilia. Un cambiamento che fa bene anche all’indotto che si muove intorno all’organizzazione della corsa ideata e promossa dalla Gazzetta dello Sport.
L’organizzazione della tappa di Napoli.
Il Giro celebrerà infatti Procida, l’isola Capitale della Cultura 2022. Per questo la Città metropolitana si è fatta garante di un protocollo d’intesa firmato oggi tra i comuni che vedranno sfrecciare i pretendenti al titolo. All’ente guidato dal sindaco, Gaetano Manfredi, toccheranno gli aspetti amministrativi. RCS, la società editrice della Gazzetta dello Sport, dal canto suo si impegna con 225 mila euro a predisporre la sistemazione delle strade che saranno attraversate dalla corsa. Il Giro passerà da Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Quarto e Giugliano.
Costi sicuri, guadagni incerti.
Il vero punto di domanda, e la ragione di esclusione del Mezzogiorno dal tour dello scorso anno è però la valutazione costi/benefici delle città ospitanti. Proporsi per ospitare una tappa della corsa può costare dai 200 ai 300 mila euro, ma i benefici? In termini di immagine non sono calcolabili, ma come occasione di ricettività turistica immediata sono incerti. Del resto riportare un evento sportivo internazionale in una delle capitali del Sud, e attivare l’indotto di servizi e opere di contorno può valere il rischio. Soprattutto se RCS si impegna a spendere parte degli introiti nel ridisegnare l’asfalto di una viabilità colabrodo.
Il percorso che dovranno affrontare dei corridori.
La tappa cosiddetta «Napoli-Procida Capitale Italiana della Cultura» sarà di una lunghezza limitata. Si tratta di 153 chilometri con un leggero dislivello di 2130 metri. Partenza da Napoli in direzione Bacoli, attraversando Pozzuoli, Quarto e Giugliano. Proprio a Bacoli i corridori dovranno confrontarsi con un circuito impegnativo di circa 19 chilometri con dislivelli costanti da percorrere quattro volte. Di Procida ci sarà soltanto la vista. Il traguardo, per i fotografi e il bagno di folla sarà infatti posto sul lungomare Caracciolo.
La storia del Giro: dal verde al rosa.
La Gazzetta dello Sport è nata in verde il 3 marzo del 1896. Unione di due giornali sportivi di Milano e Torino: Il Ciclista e La Tripletta. Da quest’ultimo nei primi anni eredita un colore della carta verde chiaro. Soltanto nel gennaio del 1899 il giornale abbandona il verde per il rosa, facendo la storia del giornalismo italiano e organizzando a partire dal 1909 il famoso giro, riservando una maglia color rosa al primo classificato.