Nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) genovese e dalla Guardia di Finanza, il Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, si trova attualmente agli arresti domiciliari, insieme al suo capo di gabinetto, Matteo Cozzani. Le accuse sono gravi e riguardano presunti atti di corruzione che avrebbero compromesso il corretto svolgimento delle istituzioni e favorito interessi illeciti.
Toti è accusato di corruzione, mentre Cozzani affronta l’accusa di corruzione elettorale aggravata, con l’aggravante di aver favorito l’attività di Cosa Nostra. In particolare, si sospetta che Cozzani abbia agevolato il clan Cammarata del Mandamento di Riesi, con connessioni nella città di Genova. Le accuse si estendono anche alla corruzione nell’esercizio delle loro funzioni.
L’inchiesta della procura di Genova non si limita agli arresti delle figure politiche di spicco. Tra gli indagati figura anche Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga S.p.A., sottoposto al divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale per presunte pratiche di corruzione. Allo stesso modo, Roberto Spinelli, imprenditore nel settore logistico ed immobiliare, e Mauro Vianello, imprenditore operante nell’ambito del Porto di Genova, sono stati colpiti dalla medesima misura restrittiva, accusati di corruzione nei confronti di Signorini, ex presidente del porto.
L’inchiesta getta una luce sinistra sulla governance politica e imprenditoriale della Liguria, evidenziando presunti legami con la criminalità organizzata e pratiche illegali che hanno minato la trasparenza e l’integrità delle istituzioni locali.
Le autorità competenti stanno continuando le indagini per fare luce su questa rete di presunta corruzione, assicurando che coloro che hanno abusato del potere e violato la legge rispondano delle proprie azioni davanti alla giustizia.
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