E’ un governo nemico del Sud Italia? E’ quanto si chiede, anzi afferma, l’opposizione dopo le voci dell’intenzione dell’esecutivo di cancellare la misura della decontribuzione al Sud. Parallelamente all’aspro dibattito sull’autonomia differenziata, un nuovo tema ‘spacca’ letteralmente il Paese tra Nord-Sud oltre che tra maggioranza e opposizione.
Pd, M5s e Avs, si sono scagliate contro questa decisione definendo il governo Meloni “nemico del Mezzogiorno”.
Il senatore e vicepresidente del M5S, Mario Turco, non risparmia critiche, dichiarando che il governo attuale sta dimostrando di essere ostile nei confronti del Sud. Questo giudizio negativo si rafforza considerando anche le precedenti decisioni, come l’introduzione dell’Autonomia differenziata, definita “una follia pura”.
Arturo Scotto, esponente del Pd, evidenzia come il governo stia concedendo sempre più spazio alla Lega, dando prova di un atteggiamento di bullizzazione verso il Mezzogiorno. La decisione di cancellare la Decontribuzione Sud, introdotta con la legge di Bilancio 2021 sotto il governo Conte II, viene vista come un ulteriore attacco alla regione meridionale.
Franco Mari, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra nella commissione Lavoro della Camera, aggiunge che il governo sembra voler fare cassa sul Mezzogiorno, forse per rifinanziare il taglio del cuneo fiscale. Questa mossa, per l’opposizione, rappresenta un tradimento nei confronti delle promesse fatte alla popolazione del Sud.
La decisione di tagliare la decontribuzione al Sud è vista dall’opposizione come un ulteriore segnale di una politica che penalizza le regioni meridionali, anziché sostenerle e favorirne lo sviluppo. Discorso analogo alla tanto discussa riforma Calderoli giunta ormai alle fasi conclusive.
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