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Il mercato libero dell’energia non è più una libera scelta dell’Italia, ma un chiaro impegno inserito nel PNRR e facente parte delle riforme promesse nell’ambito della terza tranche di aiuti erogata lo scorso ottobre. Lo ha precisato una portavoce della Commissione Europea, mettendo a tacere le polemiche fra opposizione e maggioranza e all’interno della compagine di governo, dopo che il CdM ha deciso di andare avanti con la liberalizzazione del mercato dell’energia (elettricità e gas) dal 10 gennaio.

“La graduale eliminazione dei prezzi regolamentati dell’energia elettrica, che mira ad aumentare la concorrenza sul mercato, è una pietra miliare che fa parte del più ampio pacchetto di leggi sulla concorrenza incluso nel PNRR”, ha spiegato la portavoce di Bruxelles, notando che “i prezzi dell’elettricità sul mercato libero sono significativamente più bassi rispetto al mercato regolamentato, a vantaggio dei consumatori e delle imprese”.

La notizia dell’inderogabilità del mercato libero non è giunta a sorpresa a Palazzo Chigi, dove il governo già conosceva bene gli impegni presi dall’allora governo Draghi nel PNRR ed aveva deciso di mantenere inalterata questa parte del Piano di Resilienza, ricorrendo semplicemente alla tutela per le fasce più deboli. Non sono mancate comunque le accuse incrociate: la Lega di Salvini ad accusare i governi precedenti di sinistra, la sinistra di Calenda ad addossare la colpa al M5S e così via in un turbillon di accuse da una parte all’altra ed all’interno della maggioranza stessa.

L’unico margine di flessibilità riguarderebbe le imprese e poggerebbe sulla proroga del Quadro temporaneo di aiuti di Stato deciso qualche giorno fa dalla Commissione europea, che consente agli Stati membri di concedere ancora aiuti limitati per sopperire agli elevati prezzi dell’energia.

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