Monte dei Paschi di Siena

Nel panorama finanziario italiano si profila una svolta epocale. Il Monte dei Paschi di Siena (Mps) ha annunciato il lancio di un’offerta pubblica di scambio (OPS) totalitaria su Mediobanca, valutando Piazzetta Cuccia 13,3 miliardi di euro. L’offerta prevede un premio del 5,03% sul prezzo di chiusura in Borsa di ieri, proponendo uno scambio di 23 azioni Mps per ogni 10 azioni Mediobanca. La banca senese intende completare l’operazione entro il terzo trimestre del 2025, trasformando il mercato bancario italiano.

Nonostante l’entusiasmo espresso dalla direzione di Mps, Mediobanca non ha accolto favorevolmente l’operazione, definendola in ambienti finanziari come un’offerta “ostile”. Il Consiglio di Amministrazione di Mediobanca si riunirà nei prossimi giorni per discutere l’offerta. L’operazione è accompagnata da un’importante convocazione dell’assemblea degli azionisti di Mps, fissata per il 17 aprile 2025, con l’obiettivo di deliberare sull’aumento di capitale necessario per finanziare lo scambio.

L’acquisizione di Mediobanca rappresenterebbe una mossa strategica per Mps, che punta a creare un “campione nazionale” del settore bancario italiano, con un business mix altamente diversificato e sinergie stimate in 700 milioni di euro l’anno. Tra i benefici dichiarati dall’operazione si annoverano un ritorno sul capitale tangibile del 14% e l’accelerazione nell’utilizzo delle attività fiscali differite (Dta), pari a 2,9 miliardi di euro nei prossimi sei anni. Secondo il comunicato di Mps, la nuova entità bancaria potrà contare su una solida base patrimoniale, una piattaforma di servizi più integrata e una significativa generazione di capitale, destinata a favorire dividendi crescenti per gli azionisti.

Tuttavia, l’offerta solleva dubbi tra gli analisti. Secondo Equita, il premio riconosciuto appare insufficiente, mentre sorgono interrogativi sulla possibilità di sinergie effettive tra i due gruppi. Mediobanca, infatti, si distingue per competenze uniche, il cui assorbimento potrebbe comportare rischi di “dissinergie”. Inoltre, molti osservatori temono una diluizione dell’appeal industriale e professionale di entrambe le banche.

In Borsa, l’annuncio ha scosso i mercati. Mediobanca ha aperto in rialzo, guadagnando il 3% a 15,74 euro, ma rimanendo al di sotto del valore di 15,992 euro indicato nell’offerta. Mps, al contrario, ha subito un contraccolpo, perdendo il 9% e scendendo a 6,34 euro per azione.

L’operazione potrebbe avere profonde implicazioni per la finanza italiana. Il delisting delle azioni di Mediobanca da Euronext Milan, se l’offerta andrà a buon fine, favorirebbe una piena integrazione tra i due istituti. La fusione creerebbe un’entità in grado di gestire oltre 130 miliardi di impieghi e 300 miliardi di risparmi, giocando un ruolo fondamentale per le famiglie e le piccole e medie imprese italiane. Tuttavia, l’eventuale successo dell’offerta resta subordinato al raggiungimento di una soglia del 66,67% del capitale di Mediobanca.


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