Nel 2024 la domanda mondiale di petrolio ha registrato un incremento di quasi 1 milione di barili al giorno rispetto al 2023, un ritmo di crescita più contenuto rispetto agli anni precedenti. Il rallentamento è attribuibile principalmente al raffreddamento dell’economia cinese, che ha limitato l’espansione della domanda globale.
Nonostante ciò, i Paesi non OCSE, con in testa l’India, hanno sostenuto la crescita, dimostrando come le economie emergenti continuino a giocare un ruolo centrale nei mercati energetici globali.
Sul fronte dell’offerta, il mercato petrolifero si è mantenuto in equilibrio, con una produzione stabile in grado di soddisfare la domanda. Gli Stati Uniti si confermano il primo produttore mondiale, consolidando il loro ruolo di leader nell’industria del petrolio.
Dal punto di vista dei prezzi, il greggio ha oscillato in una fascia compresa tra 70 e 80 dollari al barile, una relativa stabilità nonostante le tensioni geopolitiche internazionali. Questo equilibrio nei prezzi è stato reso possibile da una combinazione di offerta adeguata e domanda in espansione moderata.
Il 2024 è stato anche caratterizzato da un aumento degli investimenti nel settore energetico, sia per quanto riguarda l’oil & gas, sia per le energie rinnovabili. Questo duplice indirizzo degli investimenti riflette la crescente attenzione del settore verso la diversificazione e la sostenibilità, in linea con gli obiettivi di transizione energetica.
Questi dati emergono dal Preconsuntivo petrolifero 2024 presentato oggi a Roma dall’Unem, l’associazione delle imprese dei carburanti.
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