Petrolio benzina

Giorni sereni sul fronte dei prodotti energetici. Petrolio e Gas infatti fanno registrare ribassi fino ai livelli pre-guerra.
L’ultimo lunedì di novembre inizia con buone notizie su carburanti ed energia che potrebbero avere – mantenendo la tendenza attuale – riscontri sui costi per imprese e consumatori nei prossimi mesi.

Ad Amsterdam i Ttf cedono quasi il 6%, poco sopra i 117 euro al megawattora (sotto i 116 il minimo fin ad ora). Mentre Wti e Brent cedono oltre il 3%. Il primo viaggia sotto i 74 dollari al barile, mentre il secondo è a ridosso degli 81 dollari al barile. Ad innescare il deprezzamento del petrolio sono state le proteste in corso in Cina. I timori di proteste popolari – già in corso – per le politiche restrittive contro una nuova ondata di Covid, hanno influito in maniera determinante sulla quotazione del petrolio.

Dopo aver raggiunto livelli record, dunque, il mercato punta alla stabilizzazione a fronte di costi insostenibili registrati negli ultimi mesi. Sul fronte agroalimentare in flessione tanto il grano duro (-0,3%) quanto il tenero (-1,2%) rispettivamente a 909,5 e 788 dollari per il contratto future da 5mila bushel, l’unità di misura statunitense per i cereali.

Dimezzato lo sconto sui carburanti

Dal primo dicembre lo ‘sconto’ sui prezzi dei carburanti si riduce, quasi dimezzandosi. Le accise sulla benzina passeranno infatti a 578,40 euro fino al 31 dicembre 2022, mentre quelle su oli da gas o gasolio usato come carburante, in pratica il diesel, passeranno, sempre fino a fine anno, a 467,40 euro per mille litri.

Lo si evince dalla bozza del decreto atteso in cdm insieme alla legge di bilancio. Si passa così dall’attuale taglio di 25 centesimi che, comprensivo di Iva, equivaleva a uno sconto al distributore di 30,5 centesimi, ad un taglio di 15 centesimi, che con l’Iva si tradurrà a dicembre in 18,3 centesimi in meno.

Le ripercussioni sui costi

Il provvedimento, se confermato, potrebbe portare nel breve periodo a un nuovo aumento dei costi di diesel e benzina. Il taglio delle accise, in vigore dalle prime fasi dell’invasione russa in Ucraina, ha contribuito all’abbassamento – seppur sensibile – dei costi per il carburante, giunto oltre i 2,30 euro al litro.
La decisione del Governo potrebbe portare ad un nuovo aumento dei costi che inciderebbero non poco su consumi e spostamenti.