Paolo Gentiloni parla dell'attuazione del Pnrr in Italia, manovra

“I partiti non frenino sulle riforme, senza il Pnrr si rischia la recessione”. Questo l’appello del commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni. “Finito il tempo dei sostegni di ogni tipo, prima di pensare ad altro debito comune occorre far funzionare il piano attuale”.

Gentiloni spiega che ci si trova ”in un mondo molto diverso da quello di tre mesi fa. Oltre a distruggere l’Ucraina l’invasione russa ha cambiato verso all’economia mondiale. Quella che era un’espansione è diventata una frenata globale. E per l’Italia in questo nuovo contesto il piano nazionale delle riforme è l’antidoto al rischio della stagnazione. Anzi, si potrebbe dire che senza l’attuazione del Recovery Plan l’Italia rischia la recessione”.

I richiami della Commissione Europea

Lunedì mattina, intanto, sono arrivate le raccomandazioni, compreso un avviso di infrazione, da parte della Commissione Europea. L’Italia continua a presentare squilibri eccessivi, ma con le regole del gioco del Patto di stabilità sospese per ora non rischia. Anche se deve «tornare a una politica di bilancio prudente» e tenere sotto controllo la spesa corrente. Il giudizio della Commissione europea, diffuso questa mattina insieme alle pagelle e alle raccomandazioni per tutti i Ventisette, non lascia scampo: il nostro Paese è ancora una volta, in compagnia di Grecia e Cipro, tra gli ultimi della classe quanto a disciplina dei conti pubblici e veste la maglia nera di Stato ad alto debito.

Corretta attuazione del Pnrr

L’esecutivo Ue è convinto che «serve un’attuazione rapida e corretta» del Recovery Plan italiano per sostenere gli investimenti e le riforme, «in linea con le tappe e gli obiettivi» concordati con la Commissione. Raccomandazioni che entrano nell’arena del dibattito politico sulle scadenze del Pnrr e sulle riforme nell’agenda del governo, con il presidente del Consiglio Mario Draghi che ancora ieri garantiva che l’Italia non è indietro sulla tabella di marcia.

 

Le vulnerabilità identificate dalla Commissione riguardano in particolare «l’elevato debito pubblico e la crescita a rilento della produttività, in un contesto di fragilità del mercato del lavoro e di alcune debolezze dei mercati finanziari». Secondo i tecnici di Bruxelles, «la prolungata debolezza della crescita del Pil italiano ha frenato la riduzione della leva finanziaria del debito pubblico, intaccato le opportunità di lavoro e inciso sui bilanci delle banche».