Vele scampia Pnrr

 Varato nel 2021 per rilanciare l’economia dopo la pandemia attraverso 191,5 miliardi di fondi europei, oggi il PNRR mostra segnali di difficoltà soprattutto sul fronte delle opere infrastrutturali. Tra definanziamenti, rincari e ostacoli burocratici, diversi progetti strategici potrebbero non essere completati nonostante i fondi Ue a disposizione.

Se da un lato la messa a terra di molti investimenti sociali e digitali procede con successo, dall’altro le grandi opere di potenziamento dei collegamenti fisici su strada e rotaia rischiano di restare sulla carta. Un’occasione persa per l’ammodernamento del Paese, che avrebbe invece bisogno di accelerare sul rinnovo delle infrastrutture per affrontare le sfide della transizione ecologica e favorire la crescita economica.

Vediamo più nel dettaglio alcuni dei progetti infrastrutturali più critici del PNRR che rischiano di non vedere la luce.

Terzo Valico dei Giovi

Partiamo dal cantiere simbolo delle difficoltà, ovvero il potenziamento dell’asse ferroviario di collegamento tra Genova e il Nord Italia attraverso l’Alessandrina. Noto come Terzo Valico dei Giovi, quest’opera rappresenta uno snodo strategico per le connessioni del sistema portuale ligure con il resto d’Europa.

I lavori procedono ormai da anni ma hanno subito forti rallentamenti, con il completamento slittato dal 2023 al 2026 e costi lievitati a oltre 8 miliardi di euro. La tratta avrebbe dovuto essere finanziata anche con 2,3 miliardi del PNRR ma il Governo, di fronte ai rincari, ha già ridotto il contributo a solo 450 milioni. Serviranno nuovi fondi o tagli, con il rischio di compromettere la tabella di marcia.

Alta velocità Palermo-Catania

Stessa situazione critica per un’altra grande opera ferroviaria come il potenziamento della direttrice per i treni ad alta velocità tra i due principali scali siciliani.

I lavori del Valico sono iniziati da tempo ma anche in questo caso i costi sono lievitati ben oltre i 6,2 miliardi preventivati, costringendo ad un taglio di 800 milioni dei fondi PNRR inizialmente stanziati. Senza un adeguato rifinanziamento sarà difficile rispettare la data di consegna fissata al 2026.

Nuova linea Roma-Pescara

Un altro snodo nevralgico a rischio è il potenziamento della direttrice adriatica attraverso l’Abruzzo, con la realizzazione della nuova linea ferroviaria Roma-Pescara.

Prevista nel PNRR con uno stanziamento iniziale da 1,8 miliardi, ha già visto assottigliarsi il contributo a soli 300 milioni a causa dei rincari. L’opera, oltre a migliorare i collegamenti tra la Capitale e l’Adriatico, è propedeutica al progetto più ampio della ferrovia veloce che dovrebbe collegare tutta la costa fino a Lecce. Senza fondi aggiuntivi, il completamento di questa tratta centrale è a forte rischio.

Autostrada Bergamo-Treviglio

Stesso problema per l’ammodernamento e potenziamento della A35 Bergamo-Treviglio, opera strategica per la viabilità tra Lombardia e Veneto già a metà percorso. I 605 milioni initziali di PNRR sono scesi a 384 milioni per coprire solo la prima tratta, lasciando il resto in ballo. Difficile si riesca a terminare il progetto complessivo entro il 2026.

Autostrada A24-A25 Roma-Teramo-Pescara

Criticità anche per i lavori di messa in sicurezza antisismica delle autostrade A24 e A25 che attraversano Lazio, Abruzzo e Marche, dove le scosse del 2016 e 2017 hanno evidenziato vulnerabilità.

Gli 800 milioni di PNRR sono diventati 600, coprendo solo alcuni interventi progettuali mentre restano in sospeso il potenziamento e adeguamento di vari tratti. Senza ulteriori risorse, difficilmente i lavori potranno concludersi nei tempi previsti.

Diga di Genova

Rimane a rischio anche la realizzazione della Diga foranea del porto di Genova, opera da 600 milioni necessaria per intercettare gli effetti dei cambiamenti climatici.

I 300 milioni di PNRR coprono solo la prima fase, lasciando in bilico le risorse per completare l’opera da qui al 2026. Uno slittamento dei tempi vanificherebbe l’obiettivo di rendere il porto ligure pronto ad affrontare le mareggiate future.

Mobilità sostenibile Napoli

In bilico diversi investimenti nella mobilità pubblica di Napoli che pure riceveranno circa 800 milioni di finanziamenti PNRR: dai nuovi autobus green alla linea 6 della metropolitana, tutto è a rischio senza una revisione del budget a fronte dei rincari.

Stesso discorso per gli interventi di riqualificazione urbana nelle periferie, come l’abbattimento delle Vele di Scampia e la realizzazione di nuovi polmoni verdi, parchi e piazze. Anche in questo caso la riduzione dei fondi iniziali compromette la tabella di marcia.

Digitale e banda ultralarga

A rischio definanziamento anche alcuni importanti progetti di digitalizzazione, come quello per portare la banda ultralarga nelle zone ancora non coperte del Paese.

Dei fondi iniziali da ben 6,7 miliardi, 3,8 miliardi riguardano lavori di posa di cavi in fibra per coprire le aree bianche ancora scoperte. Ma con i costi schizzati, la quota PNRR potrebbe non bastare a concludere gli interventi nei tempi fissati.

 

Le difficoltà di attuazione e il caro prezzi rischiano di rendere vane opportunità per decine di miliardi di euro, vanificando lo sprint di crescita che l’Italia avrebbe potuto godere grazie anche agli investimenti nelle grandi opere. Per molti cantieri sarà impossibile il completamento entro il 2026 così come previsto, con il pericolo sempre più concreto di perdere fondi Ue se i lavori non verranno ultimati nei tempi.

Serve un’iniezione aggiuntiva di risorse pubbliche se si vuole davvero sfruttare l’occasione del Next Generation EU. Il Governo sta valutando come reperire i fondi aggiuntivi necessari, tra modifiche al bilancio statale e negoziazione con l’UE per la modifica di alcune regole del PNRR, ma i margini sono stretti. 

di Serena Lena

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