Continua la tensione tra Russia e Ucraina, si va verso un aggravamento della situazione e lo spettro della guerra si fa sempre più reale. Le informazioni che arrivano però sono ancora confuse. Secondo quanto riporta la Cbs, la Russia ha avuto l’ordine di invadere l’Ucraina, mentre secondo la Cnn, il 75% delle forze russe è pronta per un attacco. Nonostante tutto, secondo il ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov, non ci sarebbero vere informazioni su un’invasione russa nell’immediato.
Anche il portavoce del Pentagono John Kirby, sembra possibilista su come sia ancora possibile evitare un’invasione russa in Ucraina mentre la vice presidente degli Stati Uniti Kamala Harris, è convinta che la Russia sia pronta ad attaccare l’Ucraina a breve e gli Usa avrebbero già preparato delle sanzioni, tra le più grandi mai viste.
Cosa succederà se Mosca invaderà davvero Kiev?
La risposta è arrivata dalla vice presidente statunitense Kamala Harris, che ha anticipato costi economici “significativi e senza precedenti” per la Russia di Putin. Prima di tutto, con l’allontanamento della Russia dal sistema finanziario SWIFT, che muove denaro in tutto il mondo, e che sarebbe uno dei passi più dannosi che gli Usa potrebbero intraprendere contro l’economia russa. Una soluzione però osteggiata da alcuni alleati europei per il danno di ricaduta che causerebbe anche alle loro economie, quella italiana compresa. In un momento di già altissimi prezzi del petrolio e del gas, anche gli Usa vorrebbero evitare di bloccare i rifornimenti dei mercati globali con energia russa.
Le pressioni dell’Italia
L’Italia, che dipende fortemente dal gas russo, sta spingendo affinché l’energia sia tenuta fuori da ogni sanzione. In sintesi, quindi, l’invasione russa dell’Ucraina permetterebbe a Putin di mettere fine alle contese territoriali, ma allo stesso tempo spingerebbe la Nato a inasprire le sanzioni, causando problemi soprattutto all’Unione europea. La Russia, infatti, chiuderebbe per ritorsione i rubinetti del gas, privando l’Europa dell’energia necessaria per alimentare la ripresa, visto che il gas americano è troppo costoso e non può che rappresentare un palliativo a breve termine.
L’obiettivo annunciato 12 anni fa dall’UE di ridurre la dipendenza energetica dalla Russia non è mai stato raggiunto e ora paghiamo il conto di questo fallimento.
l’Italia è interessata a trovare una soluzione.
Le ripercussioni sul prezzo del gas e quindi dell’energia per il nostro Paese sarebbero, infatti, pesantissime. I numeri parlano chiaro. Il 40 per cento di tutto il gas che l’Europa importa viene dalla Russia. L’Italia come vulnerabilità a interruzioni del Gas dalla Russia è in cima alla lista, seguita da Lituania, Bulgaria e Germania. Sono almeno 10 i paesi europei che condividono la posizione dell’Italia.
Ultime battute, dunque, per la diplomazia. I ministri degli esteri europei si sono riuniti a Bruxelles, pronti a ricorrere ad ogni strumento per scongiurare una guerra in Ucraina.