Scuola. Dopo mesi di trattative, è stato firmato oggi all’Aran il rinnovo del contratto 2022-2024 per il comparto Istruzione e Ricerca, che riguarda 1 milione e 286mila lavoratori pubblici, tra cui 850mila docenti.
Il nuovo accordo prevede aumenti medi di circa 150 euro mensili per 13 mensilità, con punte di 185 euro per gli insegnanti, in base all’anzianità di servizio, e 240 euro per ricercatori e tecnologi. Il contratto consente inoltre il pagamento degli arretrati, che per i docenti potranno arrivare fino a 2.000 euro.
Tutti i principali sindacati del settore – Cisl, Uil, Gilda, Anief e Snals – hanno espresso soddisfazione, mentre la Flc Cgil ha scelto di non firmare, giudicando insufficienti gli aumenti. “Coprono neanche un terzo dell’inflazione del triennio e sanciscono la riduzione programmata dei salari del comparto”, ha commentato la sigla guidata da Francesco Sinopoli.
Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha invece definito la firma “un risultato storico”: “Gli stipendi erano fermi da molti anni, dal 2009 al 2018, sotto diversi governi. Oggi restituiamo rispetto e dignità a chi lavora per l’istruzione dei nostri giovani”. Valditara ha ricordato che, sommando gli aumenti dei contratti 2019-2021 e 2022-2024, i docenti avranno benefici medi rispettivamente di 123 e 150 euro, mentre il personale Ata guadagnerà 89 e 110 euro in più.
Con il prossimo rinnovo 2025-2027, già in preparazione, gli aumenti complessivi dovrebbero raggiungere 416 euro lordi mensili per i docenti e 303 euro per il personale Ata, comprensivi degli arretrati.
Anche il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha sottolineato l’importanza del risultato: “Abbiamo concluso la tornata 2022-2024 con un anno di ritardo, ma con un netto miglioramento rispetto al passato. Il mio obiettivo è garantire continuità contrattuale, e per la prima volta contiamo di chiudere la prossima tornata 2025-2027 entro il 2026, nei tempi giusti”.
Zangrillo ha spiegato che l’aumento medio del minimo tabellare è del 6-7%, con punte del 10% in alcuni comparti come sanità ed enti locali. “Non abbiamo recuperato tutto il picco inflazionistico, ma sommando le tornate 2022-24 e 2025-27 riusciremo a garantire aumenti tra il 12% e il 14%”.
Oltre agli aspetti economici, il contratto introduce novità significative in termini di welfare e organizzazione del lavoro. Tra le principali: smart working senza limiti, il riconoscimento del ticket restaurant anche per chi lavora da remoto, e la sperimentazione della settimana corta su quattro giorni, mantenendo le 36 ore complessive.
Nel settore sanitario, è stato previsto il patrocinio legale gratuito e il supporto psicologico per il personale vittima di aggressioni, insieme alla possibilità per le amministrazioni di costituirsi parte civile nei processi.
“Abbiamo voluto rendere più moderno e umano il lavoro pubblico”, ha concluso Zangrillo. “Dove lo smart working è stato usato con serietà, ha migliorato le performance. Il nostro compito è far sì che resti uno strumento di produttività, non un semplice benefit”.
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