Il destino dello Stadio Diego Armando Maradona torna al centro del dibattito cittadino. La Commissione Ambiente, presieduta da Carlo Migliaccio, ha affrontato con l’assessore alle Infrastrutture Edoardo Cosenza e con i rappresentanti dei comitati di residenti “Fuorigrotta Vivibile” e “Vivere Fuorigrotta” il nodo del terzo anello in acciaio, chiuso dal 2004 per eccessive vibrazioni.
Un problema di vibrazioni, non di sicurezza
L’assessore Cosenza ha chiarito che la questione non riguarda la sicurezza strutturale, bensì il forte disagio generato dalle vibrazioni durante le partite. Il terzo anello, costruito per i Mondiali di Italia ’90, mostra ancora oggi criticità tali da impedirne l’utilizzo. Tuttavia, secondo Cosenza, esistono soluzioni tecniche praticabili, come l’irrigidimento della struttura e l’installazione di sistemi di smorzamento, che potrebbero consentirne la riapertura almeno per le partite di calcio, escludendo però i concerti, che generano sollecitazioni più complesse.
Stadio Maradona. Il coinvolgimento dei residenti
Elemento centrale, ha ribadito Cosenza, sarà il coinvolgimento diretto dei residenti o di tecnici di loro fiducia nelle verifiche. Sono previsti due campi di prova in curva, ma l’apertura non avverrà finché non ci sarà la certezza che le vibrazioni siano ridotte a livelli accettabili. Anche gli aspetti acustici e le criticità urbanistiche — dal passo carrabile fino alla liberazione di via Tanzillo — rientrano nel progetto di ristrutturazione in discussione.
Costi e prospettive
Dal punto di vista economico, Cosenza ha sottolineato che le spese di intervento sul terzo anello potrebbero essere recuperate in breve tempo. Ma il vero nodo riguarda la prospettiva a medio termine: l’attuale contratto con il Calcio Napoli scade nel 2028 e il Comune dovrà decidere se rinnovare la convenzione, vendere lo stadio Maradona o progettare un nuovo impianto. In ogni scenario, sarà inevitabile tenere conto delle richieste avanzate dai residenti, valutando anche misure compensative.
Il dibattito politico
Nel dibattito consiliare, Massimo Cilenti (Napoli Libera) ha evidenziato come la questione stadio sia indissolubilmente legata all’ipotesi di una futura vendita: “Se l’impianto resta pubblico, ha senso investire in interventi di riqualificazione; se invece dovesse passare al Calcio Napoli, non sarebbe logico destinare altre risorse comunali”. Cilenti ha inoltre richiamato la necessità di una valutazione accurata sulla collocazione di un eventuale nuovo stadio, per evitare di ripetere gli errori urbanistici di Fuorigrotta o peggiorarli con aree problematiche come Poggioreale.
Più pragmatico l’intervento di Nino Simeone (Misto), che ha ricordato come la decisione sulla chiusura delle strade durante gli eventi sia competenza del Tavolo per la Sicurezza, sottolineando l’importanza di mantenere un approccio coordinato.
Un futuro ancora aperto
La questione del terzo anello dello stadio Maradona è dunque solo il punto di partenza di un dibattito molto più ampio: riaprire e riqualificare, vendere o ricostruire?. Il 2028, con la scadenza della convenzione, sarà l’anno spartiacque per decidere il futuro del principale impianto sportivo cittadino.
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