Un rivoluzionario test del sangue che utilizza l’intelligenza artificiale potrebbe presto permettere la diagnosi della malattia di Parkinson fino a sette anni prima della comparsa dei sintomi, secondo recenti studi. Questa malattia neurodegenerativa colpisce circa dieci milioni di persone nel mondo, principalmente anziani. Attualmente, due studi hanno identificato nel sangue marcatori precoci della malattia, aprendo nuove prospettive per una diagnosi tempestiva.
Studi Pionieristici sulla Diagnosi Precoce
Il primo studio, pubblicato su Nature Communications, è stato condotto dall’University College London e dal Centro Medico Universitario di Goettingen in Germania. I ricercatori hanno sviluppato un test del sangue che, grazie all’intelligenza artificiale, riesce a individuare otto marcatori specifici del Parkinson con sette anni di anticipo rispetto ai sintomi. Questo metodo ha dimostrato un’accuratezza del 100% nella diagnosi della malattia, prevedendo il rischio con un’accuratezza del 79% tra i soggetti monitorati per un decennio.
Un altro studio, condotto dalla Boston University School of Medicine e dalla University of South Wales di Sidney, ha utilizzato la metabolomica e il machine learning per identificare una “firma metabolica” del Parkinson. L’intelligenza artificiale, denominata CRANK-MS, ha analizzato campioni di sangue raccolti tra il 1993 e il 1996, identificando differenze significative nei metaboliti tra chi ha sviluppato il Parkinson e chi no. CRANK-MS ha previsto il rischio di Parkinson con un’accuratezza del 96%.
Implicazioni per il Futuro delle Cure
La diagnosi precoce è cruciale per il Parkinson, poiché i trattamenti attuali sono più efficaci nelle prime fasi della malattia. Il Parkinson è il disordine del movimento più comune, causato dalla degenerazione dei neuroni nella “sostanza nera” del cervello, che porta a una riduzione della dopamina, essenziale per il controllo motorio. Quando i sintomi emergono, il danno ai neuroni è già avanzato, rendendo le terapie meno efficaci.
Le nuove tecnologie basate sull’intelligenza artificiale potrebbero trasformare il panorama delle cure per il Parkinson, consentendo interventi precoci e personalizzati. Sebbene questi test non siano ancora disponibili nella pratica clinica, i risultati degli studi offrono speranza per un futuro in cui la malattia possa essere diagnosticata e trattata prima che i sintomi si manifestino, migliorando significativamente la qualità della vita dei pazienti.
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