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Con la fine della clausola di salvaguardia che ha sospeso il Patto di stabilità Ue fino a fine anno la Commissione europea nella primavera del 2024 tornerà ad avviare le procedure di disavanzo eccessivo sulla base dei conti del 2023. E’ quanto emerge dalle linee guida dell’esecutivo Ue per il 2024.

Gli Stati, segnala l’esecutivo, dovrebbero tenerne conto nell’esecuzione dei bilanci 2023, nella preparazione dei programmi di stabilità e nei documenti programmatici di bilancio. Si escludono già dalla primavera 2024 procedure per debito eccessivo, spiega un alto funzionario Ue, aggiungendo che comunque sparirà la regola dell’1/20.

Sui conti pubblici “l’equilibrio è da trovare, e sono fiducioso che il Governo italiano stia lavorando in questa direzione, è tra decisioni che consentono di mantenere la crescita” e “assorbire le risorse europee, perché altrimenti sarà molto difficile ridurre il debito. Non c’è alcuna possibilità di tornare a vecchie logiche di austerità”, ha detto il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni.

La clausola di Salvaguardia

L’attivazione della clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita risale al 23 marzo 2020. Si era agli inizi della pandemia e le conseguenze economiche erano ancora sconosciute, seppure possibili.

In seguito all’approvazione del Consiglio, gli Stati membri hanno potuto discostarsi dagli obblighi di bilancio derivanti dall’Unione europea e impiegare misure adeguate per rispondere alla crisi pandemica al fine di limitarne l’impatto socio-economico.

La pandemia di COVID-19 è stata definita un “evento inconsueto al di fuori del controllo del governo“, e questo ha spinto ad una maggiore flessibilità nell’ambito del patto di stabilità e crescita, per sostenere l’economia durante e dopo la crisi, tutelando impenditori e cittadini.

Oggi, evidentemente, si ritiene che non ci sia più la necessità di ricorrere alla clausola e – quindi – si ritornerà ad una politica ‘rigida’ per la formulazione e la valutazione dei conti pubblici.