Apertura dell’Ue al progetto di istituire una Zona Economica Speciale per il Sud Italia. Il vicepresidente esecutivo Margrethe Vestager oggi ha incontrato a Bruxelles il ministro Raffaele Fitto: un incontro durante il quale le autorità italiane hanno presentato la proposta sulla Zes accolta dalla Vestager.

Per Zes si intende una zona geograficamente limitata e chiaramente identificata, nella quale le aziende già operative – e quelle che si insedieranno – possono beneficiare di speciali condizioni per gli investimenti e per lo sviluppo.

Le quattro tipologie di zes

Esistono quattro tipi di zone economiche speciali: le zone di libero scambio; le export processing zone; le zone speciali industriali; le zone economiche speciali vere e proprie. In quest’ultimo caso viene messo in campo un pacchetto di incentivi, agevolazioni e semplificazioni amministrative alle imprese che stabiliscono la propria sede in una determinata area geografica.

Le aree coinvolte

La proposta di una Zona economica speciale unica per il Mezzogiorno coinvolgerà quindi Calabria, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Molise, Sicilia e Sardegna e andrà a sostituire le otto zone economiche speciali istituite nel 2017 nelle medesime Regioni nell’ambito delle Politiche di Coesione.

Si trattava tutte di aree cosiddette retroportuali, distribuite spesso a macchia di leopardo in ciascuna della Regione interessata. L’obiettivo primario era aumentare la loro attrattività. L’iniziativa, tuttavia, non aveva prodotto i risultati sperati. Le otto Zes si erano rivelate poco attrattive e, parallelamente, si era creata una sorta di concorrenza tra diversi Comuni del Sud per entrare a loro volto nel regime speciale.

La proposta del Governo mira ad eliminare questo tipo di concorrenza e a creare un regime di agevolazioni stabile, semplificato e chiaro in quanto non soggetto alle singole legislazioni regionali, incluse quelle delle Regioni autonome.
Lo schema prevedrebbe due tipi di incentivi: dotazioni automatiche e dotazioni specifiche per i grandi investimenti.
Entrambe le dotazioni, con la Zes unica, andrebbero delineate su scala pluriennale, dato che aumenterebbe la stabilità del quadro di incentivi.