Il 2026 si aprirà con brutte notizie per famiglie ed imprese. L’aumento delle accise sul gasolio che entrerà in vigore da gennaio inciderà notevolmente sul costo della vita delle famiglie.
Dal 1° gennaio scatterà infatti il riallineamento delle accise sui carburanti, con un incremento di 4,05 centesimi di euro al litro sul gasolio. Una misura che, secondo le stime del Codacons, comporterà un aumento immediato dei costi alla pompa e garantirà maggiori entrate per lo Stato pari a circa 552 milioni di euro nel 2026. Considerando anche l’Iva al 22%, un pieno da 50 litri costerà mediamente 2,47 euro in più, con un aggravio annuo che può superare i 59 euro per veicolo, ipotizzando due rifornimenti al mese.
Sul fronte opposto, il decreto blocca per il 2026 l’adeguamento automatico delle sanzioni stradali all’inflazione. Senza l’intervento normativo, le multe sarebbero aumentate di circa il 2%, incidendo su una vasta platea di cittadini: dal divieto di sosta alle Ztl, fino alle violazioni più gravi come l’eccesso di velocità o il passaggio con il semaforo rosso. Le sanzioni restano quindi invariate, evitando rincari che sarebbero scattati in modo automatico con l’inizio del nuovo anno.
Si tratta del terzo congelamento consecutivo degli importi, dopo quelli già previsti nelle leggi di bilancio 2023 e 2025. L’ultimo vero aumento delle multe risale al 2019, mentre negli anni successivi il governo ha scelto di sterilizzare gli adeguamenti per attenuare l’impatto dell’inflazione e della crisi energetica sui redditi delle famiglie.
La scelta di intervenire sulle accise, invece, si inserisce in una strategia di riallineamento fiscale più ampia, richiesta anche in sede europea, ma che rischia di avere effetti regressivi, colpendo in modo particolare lavoratori e imprese che utilizzano veicoli diesel per necessità quotidiane o professionali. Non a caso, il Codacons segnala come la parallela riduzione dell’accisa sulla benzina rischi di restare solo teorica, poiché in passato i ribassi fiscali sulla verde non si sono tradotti in un calo proporzionale dei prezzi alla pompa.
Il quadro che emerge è quello di una manovra a due velocità: prudente sul fronte delle sanzioni, per evitare nuove tensioni sociali, ma più incisiva sul lato delle entrate, affidandosi ancora una volta alla leva dei carburanti. Una scelta che riapre il dibattito sulla sostenibilità fiscale e sulla necessità di politiche strutturali capaci di ridurre la pressione indiretta su famiglie e sistema produttivo.
Leggi le notizie di Piazza Borsa
Per restare sempre aggiornato, segui i nostri canali social Facebook, Twitter, Instagram e LinkedIn










