Christine Lagarde, bce - aumento dei tassi

La guerra in Ucraina ha messo in moto nuovi fattori d’inflazione, ed è improbabile che l’area euro torni ai bassi livelli d’inflazione visti prima della pandemia. Al contrario, è “sempre più probabile” che l’inflazione di medio termine si stabilizzi sull’obiettivo del 2%. Lo ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde alla conferenza ‘The Ecb and its Watchers’. “Le ultime proiezioni di base dello staff della Bce – che includono una prima valutazione dell’impatto della guerra – vedono l’inflazione, in media, al 5,1% quest’anno. In uno scenario più severo, l’inflazione potrebbe superare il 7% nel 2022″.

Lagarde ha anche messo in guardia sui “rischi significativi” per la crescita posti dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, e ha specificato che sulla riduzione della stimolo monetario la Bce potrà fare marcia indietro, se necessario, affidandosi a tre principi: mantenimento delle opzioni, flessibilità, gradualità.
Possibile, infine – ha detto Lagarde – che la Bce metta in campo nuovi strumenti per assicurare la trasmissione della politica monetaria, una formula che fa pensare a meccanismi anti-spread.