La Transizione 5.0 si sta rivelando un elemento cruciale per il futuro delle imprese italiane, in particolare per quelle di piccole e medie dimensioni (PMI). Questo strumento, concepito per affrontare le sfide ambientali e tecnologiche, è stato oggetto di discussione nelle riunioni a Palazzo Chigi nei mesi scorsi. Secondo il Presidente di Confapi, Cristian Camisa, inizialmente non erano state previste misure specifiche per le PMI, ma solo per le grandi industrie e il settore pubblico.
“Durante le riunioni a Palazzo Chigi ho segnalato al Governo l’assenza di misure dedicate alle piccole e medie imprese,” ha dichiarato Camisa. “È per questo che abbiamo proposto un’iniziativa basata sul credito di imposta, ispirata al modello di Industria 4.0, già noto, apprezzato e utilizzato dai nostri imprenditori.”
Grazie agli sforzi congiunti del Governo e di Confapi, oggi le PMI italiane possono contare su 6,3 miliardi di euro all’anno per due anni, stanziati sotto forma di credito di imposta. Questo successo è stato ottenuto anche grazie all’abilità del Ministro per gli Affari Europei, Raffaele Fitto, che ha negoziato con l’Unione Europea per assicurare questi fondi essenziali.
“Devo dire che il ministro Fitto è stato bravo ad andare in Europa a contrattare i piani,” ha continuato Camisa. “Se oggi ci sono 6,3 miliardi di euro all’anno per due anni per le nostre imprese sul modello del credito di imposta, è merito del Governo, ma anche di Confapi che ha fatto questa proposta concreta.”
La misura basata sul credito di imposta rappresenta una soluzione strategica, già collaudata con il piano Industria 4.0, e mira a incentivare l’innovazione e la sostenibilità tra le PMI. Questo sostegno finanziario non solo favorirà l’adozione di tecnologie avanzate, ma contribuirà anche a rendere le imprese più competitive e resilienti in un mercato globale sempre più esigente.
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