Confapi Francesco Napoli

Confapi ritiene fondamentale che il nuovo ciclo istituzionale europeo ponga le Pmi industriali, pilastro del tessuto produttivo dell’Unione, al centro delle sue politiche e della strategia industriale del continente. È stato questo il fulcro dell’intervento di Francesco Napoli, Vicepresidente dell’associazione, durante l’incontro “Le priorità italiane di politica industriale nel nuovo mandato delle istituzioni europee”, tenutosi presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Le nostre imprese – ha dichiarato Napoli – si trovano spesso ad affrontare barriere significative che ne minano la competitività, come l’alto costo dell’energia, la scarsità e i prezzi delle materie prime, e la burocrazia soffocante. Non possiamo più permetterci di essere penalizzati da un mercato unico frammentato. L’auspicio è che le numerose raccomandazioni del rapporto Draghi vengano rapidamente tradotte in azioni concrete dalla nuova Commissione”.

Tra le priorità discusse, particolare attenzione è stata posta sul settore automotive, per il quale Napoli ha richiesto un approccio di sistema a livello europeo: “Riteniamo pienamente condivisibile la proposta del Ministro Urso di mettere in discussione, nel prossimo Consiglio Competitività, il termine del 2026 per rivedere le modalità della transizione all’elettrico. Sin dall’inizio abbiamo sostenuto che il Green Deal dovesse coniugare la transizione ecologica con la sostenibilità economica e industriale. Siamo favorevoli ad anticipare la clausola di revisione del Regolamento sulle emissioni CO2, prevista per la fine del 2026, già al primo trimestre del prossimo anno”.

Napoli ha inoltre sottolineato l’importanza di sostenere l’indotto, che rappresenta gran parte del settore e che è ancora prevalentemente basato su motori endotermici: “Il futuro dell’automotive legato alla nuova mobilità sostenibile deve essere affrontato considerando non solo i grandi gruppi, ma anche le piccole e medie imprese dell’indotto, che rischiano di essere penalizzate se non accompagnate adeguatamente in questo processo di trasformazione”.

Altro tema centrale è stato quello del costo dell’energia, che sta gravemente danneggiando la competitività delle Pmi industriali europee. “Non è possibile – ha ribadito Napoli – continuare a penalizzare le Pmi con regole rigide e costi energetici insostenibili. Gli aumenti recenti dei prezzi dell’energia e delle materie prime rischiano di creare un ingiusto vantaggio competitivo per i Paesi asiatici, che stanno adottando politiche opposte. Circa la metà delle imprese europee considera il costo dell’energia un ostacolo significativo agli investimenti, con un divario di 30 punti percentuali rispetto alle imprese statunitensi. È ormai indifferibile la creazione di un mercato unico dell’energia e un piano pluriennale che favorisca l’autosufficienza industriale. Il nucleare non deve più essere uno spauracchio. Serve un piano che coinvolga le principali associazioni datoriali, assumendosi finalmente le proprie responsabilità”.

Le parole di Napoli si rivolgono con forza alla nuova Commissione Europea, affinché le raccomandazioni del rapporto Draghi siano tradotte in azioni concrete e rapide, sostenendo le imprese nell’affrontare le sfide della transizione energetica e industriale.


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