Il mercato europeo dell’auto attraversa una fase di stallo. Secondo i dati Acea, nel mese di ottobre sono state immatricolate 1.041.672 vetture nell’Europa Occidentale (Ue+Efta+Uk), con un incremento minimo dello 0,1% rispetto allo stesso mese del 2023. Da inizio anno le immatricolazioni salgono leggermente a 10.821.299 unità, con un aumento dello 0,9% rispetto allo scorso anno, evidenziando un settore che fatica a riprendersi.
Tra i gruppi automobilistici, Stellantis subisce una flessione significativa. Nel mese di ottobre, il gruppo ha immatricolato 150.346 auto, registrando un calo del 16,7% rispetto al 2023 e una diminuzione della quota di mercato dal 17,4% al 14,4%. Da gennaio, le vendite di Stellantis si attestano a 1.700.846 unità, con un calo del 7,1% rispetto allo scorso anno.
Cassa integrazione e tensioni sindacali
Le difficoltà di mercato hanno portato Stellantis a richiedere la cassa integrazione dal 16 al 22 dicembre per le linee produttive dei motori GSE e V6 dello stabilimento di Termoli, a seguito delle sospensioni produttive temporanee negli impianti di Pomigliano e Cassino. Inoltre, lo stabilimento di Cassino vive momenti di tensione, con uno sciopero in corso da parte dei 32 lavoratori della De Vizia, responsabile delle pulizie industriali, contro una procedura di licenziamento collettivo.
Ford e Volkswagen: strategie per fronteggiare la crisi
La mancata accelerazione della mobilità elettrica complica il panorama europeo. Ford ha annunciato un piano di riduzione del personale che prevede il taglio di 4.000 posti di lavoro in Europa, concentrati soprattutto in Gran Bretagna e Germania, entro il 2027. John Lawler, CFO di Ford, sottolinea la necessità di una “agenda politica chiara” per promuovere la e-mobility, chiedendo incentivi per le auto elettriche e flessibilità nei target di emissioni di CO₂.
In Germania, Volkswagen affronta le difficoltà con una proposta inedita: il sindacato IG Metall e il consiglio di fabbrica sono pronti ad accettare riduzioni salariali per risparmiare circa 1,5 miliardi di euro e scongiurare chiusure di impianti e licenziamenti. Tuttavia, resta l’incognita su almeno tre stabilimenti che l’azienda potrebbe chiudere a causa della necessità di contenere i costi.
Il ruolo del governo italiano
Il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, sta seguendo da vicino la crisi dell’automotive e ha richiesto a Stellantis di presentare entro il 16 dicembre un Piano Italia che sia “convincente e sostenibile”. La speranza è che il gruppo italo-francese possa garantire la continuità produttiva e tutelare l’occupazione, nonostante il momento di difficoltà.
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